30 Oct, 2025 - 12:15

Prevenzione di bullismo e cyberbullismo. A Baschi e ad Orvieto la Polizia incontra gli studenti

Prevenzione di bullismo e cyberbullismo. A Baschi e ad Orvieto la Polizia incontra gli studenti

Secondo i dati dell'ultimo rapporto Istat il 68,5% dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 e i 19 anni ha subito episodi offensivi, aggressivi, diffamatori o di esclusioni, sia online che offline. Di questi, il 21% è vittima di simili comportamenti più volte al mese mentre l'8% almeno una volta a settimana. Chi subisce più atti di bullismo sono in prevalenza maschi (21,5% contro 20,5%) e giovanissimi, il 23,7% appartengono alla fascia tra gli 11 e i 13 anni (Fonte: indagine "Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri"). Dati che restituiscono un quadro preoccupante sul quale l'intera comunità educante è chiamata ad intervenire a garanzia del benessere dei più giovani. 

Nei giorni scorsi nell'orvietano ha preso il via un'esperienza di valore. Proprio nell'ambito della prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, a fare lezione a scuola sono stati gli agenti della Polizia di Stato che hanno saputo creare consapevolezza nei ragazzi, suscitando curiosità e attenzione su argomenti delicati.

Legalità e rispetto: a scuola con la Polizia

Il referente delle lezioni è stato il Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto, il Commissario Capo Filippo Girella che ha partecipato, in qualità di relatore, a due incontri organizzati dall’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi e dedicati ai temi del bullismo e del cyberbullismo.

Gli appuntamenti si sono rivolti agli studenti delle scuole secondarie di primo grado inserendosi nell’ambito delle attività di prevenzione e sensibilizzazione che la Polizia di Stato promuove per diffondere tra i più giovani la cultura della legalità e del rispetto reciproco.

Dialogo e confronto al centro degli incontri con gli studenti

Al centro degli incontri fra studenti e agenti di Polizia ci sono stati dialogo e confronto diretti, con l'obiettivo di rafforzare la consapevolezza dei più giovani spingendoli ad adottare atteggiamenti responsabili animati da autonomia di giudizio e spirito critico.

La risposta degli studenti è stata molto attenta, attiva e propositiva dimostrando una forte attenzione verso le tematiche trattate. Tante le domande e le mani alzate: un segnale chiaro di interesse che dimostra che si è imboccata la strada giusta.

Questore Abenante: "La Polizia di Stato è sempre a fianco delle scuole"

"Questi incontri rappresentano un’occasione preziosa per costruire un dialogo autentico con i giovani – così ha commentato il questore Michele Abenanteperché solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza è possibile prevenire quei comportamenti che, anche se all’apparenza banali, possono avere conseguenze gravi sulla vita delle persone. La Polizia di Stato è sempre al fianco delle scuole per promuovere la cultura della legalità e del rispetto reciproco".

L'app YouPol per segnalare bullismo, spaccio e violenza in forma anonima

A disposizione di tutti i cittadini esiste anche YouPol, l'app della Polizia di Stato che nel corso degli anni è stata implementata con nuove funzionalità. Si tratta di uno strumento semplice e gratuito che consente di inviare segnalazioni in tempo reale, prevedendo inoltre la possibilità di farlo in maniera anonima. Nata nel 2017 per segnalare episodi di spaccio e di bullismo, nel 2023 è stata introdotta la possibilità si segnalare anche episodi di violenza domestica.

Inviando una segnalazione, si apre dall'app una chat dove è possibile scambiare messaggi e file multimediali, proprio come in qualunque altra app di messaggistica istantanea. La funzione di geolocalizzazione permette inoltre di individuare la posizione di chi segnala e fornisce una mappa con l'Ufficio di Polizia più vicino, anche se è sempre possibile per l'utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti.

Tra le possibilità offerte dall'applicazione, c'è anche quella di poter nascondere l'attività dell'app stessa. Una funzione pensata principalmente per le vittime di violenza domestica che così non rischiano di essere scoperte se qualcuno dovesse accedere allo smartphone. 

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Sara Costanzi
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