La storia della bretella di Via Madonna dei Perugini, a Gubbio, inaugurata nel 2021 come collegamento strategico tra via Perugina e via Paruccini e oggi formalmente chiusa ma di fatto ancora percorsa da automobilisti, sta assumendo contorni sempre più problematici, soprattutto sotto il profilo della sicurezza pubblica e della responsabilità giuridica dell’amministrazione comunale.

La bretella nasce nel maggio 2021, durante i lavori sulla SS 219 Pian d’Assino, come strada provvisoria di bypass. Aperta con regolare verbale di consegna, ha assolto per mesi il compito di alleggerire il traffico cittadino, compreso quello pesante.
Terminata l’emergenza, è stata richiusa al traffico, poiché incompleta: mancavano illuminazione, marciapiedi, segnaletica definitiva e opere di urbanizzazione.
Con il passare del tempo, la strada è stata transennata, ma la transenna mobile è stato urtata e danneggiata. È stata quindi sostituita da New Jersey in cemento dalla parte di Via Perugina ma solo per metà della carreggiata, lasciando libera l'altra metà. La parte opposta su Via Pietro Schifani risulta al momento completamente aperta perchè la barriera in transenna e New Jersey di plastica vuota risulta rimosso non si sa da chi.


Questa mattina si è verificato un episodio che ha sollevato ulteriori allarmi. Un’auto è sbucata a velocità elevatissima dalla bretella, immettendosi in via Vito Schifani senza minimamente controllare il traffico proveniente da sinistra. Secondo i testimoni, l’impatto è stato evitato per pochi centimetri.
“È uscita come un proiettile e non ha guardato se arrivava qualcuno. Abbiamo temuto il peggio”, racconta una persona presente.
Ad oggi, la bretella appare:
Inoltre una pista ciclabile pitturata in giallo facilita l’accesso pedonale e lascia aperti varchi che diventano “punti di ingresso illegale” per i mezzi.
La Giunta comunale, guidata dal sindaco Vittorio Fiorucci, ha inserito nel DUP 2025-2027 un progetto di riqualificazione da 370.000 euro, che prevede:
Nel frattempo, però, la strada resta in una terra di nessuno, con elevato rischio giuridico per tutti i soggetti coinvolti.
L’assicurazione: in caso di incidente, l’RC Auto risarcirebbe comunque il terzo danneggiato, anche se la strada è interdetta. Tuttavia, l’assicuratore potrebbe esercitare rivalsa sull’automobilista se si dimostrasse che egli ha ignorato un divieto chiaro e consapevole.
L’automobilista abusivo: rischia sanzioni amministrative e, in caso di incidente grave, una responsabilità per concorso di colpa per imprudenza.
Il Comune: come ente proprietario della strada, è custode ai sensi dell’art. 2051 c.c.. Se la strada è nota per essere percorsa abusivamente, in presenza di accessi non realmente impediti e con barriere inefficaci, il Comune potrebbe essere chiamato a rispondere per mancata messa in sicurezza.
La giurisprudenza è chiara: quando un’area è formalmente chiusa ma facilmente accessibile e già segnalata per usi impropri, scatta l’obbligo di adottare misure idonee per prevenire danni prevedibili.
La Polizia Locale: potrebbe emergere anche una responsabilità disciplinare per mancato controllo di un’area a rischio, specie dopo l’episodio odierno. Il reato di omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) sarebbe ipotizzabile solo se vi fosse prova di mancata vigilanza a fronte di obblighi specifici formalmente disattesi.

Il ripetersi di passaggi abusivi, unito all’incidente sfiorato di oggi, dimostra che il pericolo non è potenziale, ma concreto e attuale.
“Se sappiamo che le auto ci passano e non rendiamo davvero inaccessibile la strada, allora qualcuno dovrà assumersi la responsabilità se accadrà qualcosa”, commentano alcuni residenti.
La bretella di Via Madonna dei Perugini è oggi un punto critico della città, non solo urbanisticamente ma anche sul piano giuridico. Fino alla riqualificazione definitiva, il Comune ha l’obbligo di:
La cittadinanza lo ripete: “Non aspettiamo che ci scappi il morto per intervenire.”