10 Jul, 2025 - 17:00

Bernardini nuovo segretario regionale PD, mentre a Terni è caos tra le mozioni col congresso in corso

Bernardini nuovo segretario regionale PD, mentre a Terni è caos tra le mozioni col congresso in corso

Un’elezione praticamente per acclamazione non basta a sedare la tempesta democratica in Umbria. O meglio, nel sud della regione. Damiano Bernardininuovo segretario regionale del Partito Democratico, è stato eletto con 190 voti su 209 durante l’assemblea regionale. Ma mentre a Perugia si tentava la mediazione, a Terni si consuma lo scontro più duro degli tra le due "correnti" del partito: Passione Democratica e Casa Democratica.

La situazione è delicatissima. Proprio Bernardini, sindaco di Baschi e primo segretario regionale proveniente dalla provincia di Terni, era stato fino a pochi giorni fa il candidato di Passione Democratica per la segreteria provinciale ternana, contrapposto a Pierluigi Spinelli, espressione di Casa Democratica e segretario comunale ternano uscente. Ora si ritrova a dover gestire da vertice regionale una crisi politica interna nel suo stesso territorio col difficile ruolo di mediatore.

E nel pomeriggio anche un altro colpo di scena, con l'apertura delle votazioni online per il congresso provinciale di Terni. Un allargamento delle opzioni di voto comunicato con un messaggio ai delegati, che è stato preso come un blitz dalle parti di Passione Democratica. Tanto da arrivare a minacciare l'ipotesi di invalidare il suffragio

Congresso di Terni al punto morto: 40 delegati contro 40, ma non si trova l'intesa per un terzo nome 

Oggi si vota fino alle 20 a Terni, ma l’esito è già segnato da una matematica implacabile: 40 delegati per Spinelli, quasi tutti nel Comune di Terni, contro 40 per Bernardini, quasi tutti nel resto della Provincia. Ma con Bernardini al vertice del partito umbro, Spinelli è rimasto in corsa da solo. Per questo una lettera firmata da Passione Democratica è stata inviata ieri sera ai vertici nazionali, da Elly Schlein a Stefano Bonaccini, chiedendo lo stop del congresso.

Ma il congresso si è aperto lo stesso. Da un lato si spinge per chiudere la partita e poi vedere l'effetto che farà. Dall'altro si è cercata la mediazione in extremis, senza ottenere spazi di manovra.
E così, ora c'è chi evidenzia, dentro e fuori le stanze del partito, che a Roma si ceda alla tentazione di “sterilizzare” la situazione ternana per evitare contraccolpi sulle scelte di politica nazionale, comprese quelle sulle candidature alle prossime elezioni politiche. Un’accusa neanche troppo velata alla segreteria nazionale di aver preso posizione a favore della linea di Casa Democratica, facendo finta che la crisi locale non esista.

“Il partito è in una crisi politica che non può essere ignorata né minimizzata”, si legge nella lettera della maggioranza regionale, che chiede una figura terza, capace di unire e superare lo stallo. Se non verrà trovata una soluzione, “sarà inevitabile un rinvio”, spiegano i firmatari, che vedono il rischio di un’impasse permanente nella città dell’acciaio.

Bernardini, elezione blindata dopo il passo indietro di Pasquali

A spianare la strada a Bernardini al regionale è stato il passo di lato di Sandro Pasquali, che aveva vinto il congresso regionale con oltre il 61% dei consensi, ma ha deciso di non assumere la guida del partito regionale a causa del rinvio a giudizio per truffa relativo a presunti illeciti nella percezione di contributi previdenziali come assistente consiliare del PD in Regione.

“Agirò nel bene del partito”, aveva detto Pasquali nei giorni scorsi, lasciando intendere che un nome alternativo avrebbe potuto rappresentare una sintesi condivisa. E così è stato. Il nome di Bernardini, proposto dalla sua stessa mozione e condiviso con i livelli nazionali, ha ottenuto un largo consenso.

“Voglio esprimere emozione profonda ed enorme senso di responsabilità”, ha dichiarato Bernardini subito dopo la nomina. “Il riscatto di questa ingiustizia sarà il nostro primo impegno comune”, ha aggiunto, alludendo anche alla situazione giudiziaria del collega.

Anche Carlo Emanuele Trappolino, candidato al regionale come esponente della minoranza interna, ha sostenuto la proposta, aprendo a una soluzione condivisa anche da parte di Casa Democratica. Tuttavia, l’unità mostrata a Perugia non si riflette affatto nella realtà ternana.

Il congresso ternano agita il partito: il voto potrebbe sconfessare i dati dei congressi comunali

Un altro nodo cruciale riguarda, infatti, i numeri che usciranno stasera sulla ruota di Terni. Pierluigi Spinelli, dato per favorito, potrebbe incassare meno voti di quanti ne ha ottenuti nei congressi delle varie sezioni nei territori della provincia. Un segnale di malcontento interno, soprattutto in provincia più che nella città di Terni, che conferma quanto il livello provinciale sia divenuto il campo di battaglia decisivo.

E mentre a Perugia si profila una vittoria tranquilla per Lodovico Baldini, che sfida il sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, a Terni si rischia il congelamento. Con delegati fermi sulle rispettive posizioni e una guida difficile da legittimare. Da Casa Democratica fanno notare che non si può governare il partito nella seconda provincia umbra senza tenere conto dei risultati della città capoluogo. Da Passione Democratica si risponde che senza temnere conto dei risultati dei territori, la provincia rischia di ritrovarsi senza un referente politico in vista dei prossimi passaggi amministrativi.

E proprio in un territorio dove il PD ha subìto le sconfitte più brucianti - quelle che ha consegnato la città prima a Leonardo Latini (Lega) epoi a Stefano Bandecchi (AP) - l’assenza di una guida riconosciuta rischia di compromettere ogni possibilità di rilancio del centrosinistra. In sintesi: Bernardini è il nuovo segretario regionale, ma a Terni si gioca una partita che potrebbe decidere il futuro del partito in Umbria. E forse, anche qualcosa di più.

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Federico Zacaglioni
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