“Abbiamo votato contro il bilancio preventivo della Usl Umbria 2”. Con queste parole, il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha ufficializzato la decisione di esprimere parere negativo nell’Assemblea dei sindaci. Non si tratta di un gesto tecnico isolato o legato ai numeri. Ma di una determinazione dal valore politico e di posizionamento, anche perché il voto dei Comuni non ha valore vincolante. Un segnale politico forte, insomma, indirizzato alla Giunta regionale dell’Umbria, che sta lavorando al nuovo piano socio-sanitario, ma anche alla terza commissione del consiglio regionale che sta elaborando una proposta e una mediazione unitaria sul progetto del nuovo ospedale.
“Per la prima volta dopo anni - ha spiegato Bandecchi - la posizione del Comune di Terni nei confronti del bilancio preventivo della Usl Umbria 2 non può essere di condivisione. Invito la giunta regionale a riflettere sulla programmazione sanitaria, soprattutto alla luce delle decine di milioni di tasse in più che i cittadini sono chiamati a versare per sostenere la sanità”.
Il bilancio preventivo rappresenterebbe anche il primo atto formale di programmazione da parte di Roberto Noto, nuovo direttore generale della Usl Umbria 2, che ha ereditato il lavoro del precedente facente funzioni Piero Carsili. Il documento contabile dovrà ora approdare in Giunta regionale per la definitiva approvazione.
Il voto contrario si inserisce in un contesto già incandescente: quello del futuro nuovo ospedale di Terni. Bandecchi, che è anche presidente della Provincia, ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai ministri Orazio Schillaci, Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, oltre che ai presidenti delle Commissioni parlamentari competenti, Francesco Zaffini e Ugo Cappellacci.
Nella missiva, il primo cittadino ha chiesto uno stanziamento di almeno 200 milioni di euro per l’avvio del cantiere. L'obiettivo ternano è quello di arrivare ad avere un progetto chiaro per la realizzazione del nuovo ospedale. Ma soprattutto che il nuovo nosocomio mantenga il ruolo di struttura di secondo livello e di Azienda ospedaliera autonoma.
Una richiesta condivisa anche con la presidente della Regione Stefania Proietti e la direttrice regionale alla sanità Daniela Donetti nell’incontro del 25 agosto, in attesa del nuovo summit previsto nel corso di questo mese di settembre. Nel frattempo, Bandecchi - da presidente della Provincia di Terni - ha congelato le autorizzazioni urbanistiche relative alla variante Amerina, funzionali alla realizzazione del nuovo presidio "spoke" di Narni-Amelia, che ricade proprio sotto la competenza della Usl Umbria 2.
Alla partita sanitaria si aggiunge anche la tensione politica legata ai rapporti tra Regione e Comune di Terni. La presidente del Consiglio comunale Sara Francescangeli aveva denunciato il mancato confronto istituzionale, ricordando come la Giunta regionale avesse preferito un evento pubblico a Cardeto a luglio invece di riferire in aula.
“La presidente Proietti e la sua giunta hanno snobbato il Consiglio comunale - aveva sottolineato Francescangeli - nonostante la disponibilità del Comune a fissare un confronto già nei mesi di giugno e luglio. Alla fine la data è stata rinviata al 13 ottobre”.
Sul dibattito è intervenuta anche la consigliera comunale di Alternativa Popolare, Maria Elena Gambini, che ha attaccato duramente la gestione della vicenda: “Non si può non constatare l’assoluta assenza di concretezza e la pericolosa tendenza a trasformare un’esigenza sanitaria in uno strumento di campagna elettorale permanente”.
La consigliera ha messo in guardia sul rischio di ridurre il nuovo presidio Narni-Amelia a un alibi per rallentare il progetto ternano: “Terni ha e deve mantenere la funzione di ospedale di secondo livello. Ogni tentativo di depotenziare questo ruolo è politicamente miope e amministrativamente irresponsabile”.
Il pericolo più insidioso, ha aggiunto, è quello di una futura fusione in un’unica azienda ospedaliera regionale a guida perugina: “Una scelta che trasformerebbe Terni in un satellite subalterno, privandola definitivamente dell’autonomia gestionale”.