Lo scontro sulla Ternana Calcio, sul progetto Stadio-Clinica e sulle relazioni istituzionali tra Terni e la Regione entra in una fase di radicalizzazione senza precedenti. Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, rompe ogni indugio dopo quella che descrive come "una lunga sopportazione" e affida a una lunga e articolata presa di posizione pubblica una difesa che è insieme politica, istituzionale e personale.
Nel mirino finiscono la Regione Umbria, accusata di aver innescato consapevolmente una spirale di ritardi e conflitti, e la famiglia Rizzo, destinataria di un attacco frontale sulle presunte “false narrazioni” relative alla proprietà e alla gestione della società calcistica.
Al centro del discorso una linea netta: nessuna proprietà occulta nel passato, nessun prestanome, nessuna regia nascosta. E, soprattutto, nessuna disponibilità a tollerare quello che Bandecchi definisce un racconto distorto che finisce per danneggiare l’immagine e le prospettive della città. E che risulta insultante per il Comune e per i ternani.
Il primo fronte aperto dal sindaco è quello istituzionale. Bandecchi non usa giri di parole nel definire "disgustoso" l’atteggiamento della Regione Umbria, a partire dalla gestione del dossier sul nuovo ospedale di Terni. La mancata convocazione del Comune alla presentazione dello studio sulle possibili localizzazioni viene qualificata come uno sgarbo istituzionale di assoluta gravità.
"Non invitare il Comune non è solo uno sgarbo istituzionale, ma un’offesa a tutta la città", afferma Bandecchi, ricordando che il permesso a costruire l’ospedale spetta esclusivamente al Comune. Il sindaco ricostruisce i passaggi precedenti, parlando di un rapporto inizialmente corretto con la presidente Stefania Proietti, salvo poi denunciare una scelta unilaterale: "Come fanno i topi quando scappano, di sottecchi, hanno programmato la presentazione senza alcuna condivisione nonostante fosse stato deciso un consiglio comunale aperto".
Il secondo livello dello scontro riguarda il progetto Stadio-Clinica, tema che da mesi condiziona il clima del dibattito politico e sportivo cittadino. Bandecchi individua senza ambiguità il punto di rottura: "La miccia che ha fatto esplodere tutto è stata innescata dalla Regione".
Secondo il sindaco, la decisione di rimettere in discussione un progetto approvato dalla Conferenza deri servizi e di impugnare la determina del Rup ha prodotto un effetto domino inevitabile: ritardi, incertezza, contenziosi. "Fare causa sapendo che avrebbe rallentato tutto comporta implicazioni pesanti di cui la Regione deve assumersi la responsabilità". Il Comune, chiarisce Bandecchi, non arretrerà: "Se non basterà il Tar, andremo al Consiglio di Stato e, se necessario, anche in Europa".
E ci saranno richieste di pesanti risarcimenti: "Hanno voluto anche rinunciare alla sospensiva pur di allungare il brodo e perdere altro tempo. Ma non ci faremo intimidire e andremo avanti. Ho visto la presidente a disagio quandoi le è stato chiesto dai giornalisti se intrattenesse rapporti con la famiglia Rizzo. Cosa c'è dietro a questo imbarazzo?".
Sul versante dei rapporti che si sono compromessi con la Ternana, nel mirino del sindaco non finisce soltanto la famiglia Rizzo che ha scelto di assumere un atteggiamento di conflitto con il Comune. Ma anche il loro legale di riferimento, l’avvocato Morcella. Bandecchi contesta "una narrazione distorta, allusiva e volutamente suggestiva contenuta in comunicati e prese di posizione, che cercano di suggerire legami tra Massimo Ferrero e il sindaco. La realtà è ben diversa: erano i Rizzo a volerlo presidente e gli sconsigliai di nominarlo per ragioni di opportunità".
Durante la conferenza stampa, il sindaco ha più volte evitato di citare il nome del legale ternano, fingendo di non ricordarlo, anche a rimarcare lo scarso peso attribuito alle parole del legale.
Bandecchi si è soffermato a lungo su questo tema, per mettere una defginitiva pietra sopra l’idea di una sua regia occulta sulla Ternana. Ha citato dialoghi, incontri, con l’obiettivo di orientare l’opinione pubblica cittadina: un tentativo di “suggestionsummit anche davanti a testimoni. Ha raccontato l'inizio della trattativa coi Rizzo, ha respinto come priva di fondamento fattuale e giuridico l'illazione che lo vorrebbe da due anni e mezzo regista occulto della Ternana.
Il passaggio più duro è quello dedicato alla Ternana Calcio e alle accuse di una presunta proprietà occulta. Bandecchi respinge ogni insinuazione con toni perentori: "Non si può continuare ad insinuare che Stefano Bandecchi sia stato il proprietario della Ternana negli ultimi due anni".
Il sindaco invita chiunque a produrre prove concrete: "Se qualcuno ha delle prove, me le faccia vedere. Altrimenti consiglierei il silenzio". Bandecchi ha ribaditoche il suo unico legame diretto con il calcio professionistico è la Ternana Women, società distinta, autonoma e militante in Serie A femminile. Ogni altra ricostruzione viene definita "una falsità utile solo ad alimentare confusione".

Un chiarimento rilevante riguarda la struttura societaria della Ternana. Bandecchi è entrato nel merito della governance, smentendo le ambiguità circolate sui ruoli apicali. "Sono gli azionisti a nominare gli amministratori - ha specificato - Pucci e il contratto a Ferrero non li ho messi certo io. Mi hanno detto che del Viperetta si fidavano ciecamente, lo hanno presentato come un loro uomo che conoscevano da tempo. Ho cercato di dire alla famiglia Rizzo che per fare calcio ci vogliono molti soldi, che avrebbero dovuto investire circa 10 milioni all'anno. Mi hanno detto: sembra quasi che voglia impedirci di comprare la squadra. Fate pure, ho risposto".
In particolare, cha poi chiarito che la figura indicata pubblicamente come presidente, la giovane Claudia Rizzo, rivestiva un titolo esclusivamente onorifico, privo di poteri gestionali o decisionali. Ma che lui era convinto che fosse previsto un inpegno diretto della famiglia nella società. "E' stato fuorviante - ha sostenuto - perché dalle visure emerge che la Ternana Calcio è una Srl con amministratore unico, unico soggetto titolare della gestione e delle responsabilità giuridiche".
Ogni diversa rappresentazione, sottolinea il sindaco, non ha rilevanza operativa né valore sul piano societario: "È surreale pensare a un amministratore unico all’insaputa della proprietà".
Bandecchi rivendica il proprio ruolo nei momenti più critici della storia recente del club. "Quando la Ternana stava fallendo, mi sono occupato di favorire il passaggio dai D’Alessandro ad altri, come sindaco e garante degli interessi della città e in piena trasparenza, perché mi è stato chiesto aiuto", ha ricordato.
Sul piano finanziario, ha parlato degli interventi diretti: un primo anticipo dei canoni di locazione da Ternana Women da 1,2 milioni di euro, seguito da ulteriori versamenti tra 700 e 800 mila euro. "Io alla Ternana ho dato tutto quello che dovevo e anche di più". E racconta di aver aiutato la società anche dopo il pasaggio a Nicola Guida, smentendo direttamente la ricostruzione fatta ad alcune trasmissioni televisive e a qualche media locale dall'ex presidente rossoverde e imprenditore farmaceutico.
"Mi sono accollato il debito della Ternana Women per favorire il passaggio a lui della Ternana - ha rammentato - gli ho fatto uno sconto di 500mila euro e mi toccherà rinunciare a un un credito da 1,5 milioni di euro mai incassato, risalente proprio alla gestione Guida e garantito con un assegno ma incassato. Secondo Bandecchi, l’ingresso dei Rizzo tramite ricostituzione del capitale sociale avrebbe di fatto neutralizzato quel credito: "Si sono dimenticati di pagarmi".
Un passaggio significativo ha riguardato l’anticipo dei pagamenti dei canoni di locazione della clinica, ramo d’azienda ceduto per 14 milioni dalla Ternana a Women. Bandecchi spiega che l’operazione fu effettuata su richiesta di Eros Brega (ex assessore comunale ed ex presidente del consiglio regionale), "che si rivolse a me per amore della città e della Ternana. Ma non fu l'unico, ricevetti molte chiamate e anche alcuni imprenditori locali tentarono di costruire una cordata".
"Brega, che mi dicono essere anche amico dell'avvocato Morcella, mi chiese la cortesia di anticipare due anni di pagamento per far sopravvivere la Ternana", racconta il sindaco, ricostruendo una scelta dettata dall’urgenza e non da strategie occulte. "È un galantuomo, sono sicuro che non smentirà quello che ho raccontato".

Bandecchi lega il tema della proprietà anche a un elemento che definisce particolarmente grave: il ripetuto rischio di disimpegno e fallimento evocato dalla famiglia Rizzo nel corso delle ultime settimane. Un rischio che, secondo il sindaco, non è emerso solo nei comunicati ufficiali, ma anche attraverso interlocuzioni dirette con i calciatori e l’ambiente sportivo, finalizzate a prospettare difficoltà nei pagamenti. Il sindaco riferisce di aver raccolto segnalazioni su trattative avviate con alcuni giocatori per ritardare o evitare il versamento degli stipendi, un comportamento che ha contribuito ad alimentare un clima di incertezza e tensione nello spogliatoio e in città. "Queste cose non si dicono, né ai calciatori né alla città".
Dopo aver appreso direttamente dai calciatori il rischio di mancati pagamenti, il sindaco si è attivato e si è poi detto rassicurato quando gli stipendi sono stati effettivamente corrisposti. Ma l’avvertimento resta netto: "Hanno anche detto che forse a febbraio non pagheranno. A quel punto devono vendere". L’ultimatum è pronunciato senza ambiguità e "da sindaco": "Se pensi di non pagare devi vendere, devi andare via. La Ternana ha possibili acquirenti, anche grazie al progetto Stadio-Clinica. Terni deve smettere di vedersi piccola e di sminuirsi: è la 48esima provincia italiana, è una città importante, di grandi potenzialità".
Il discorso si chiude con un appello alla città e alla sua consapevolezza civica: "Invito i ternani ad avere più orgoglio di essere ternani e a non sentirsi raccontare cavolate da gente che non vuole il bene della città".