“Per il 2023 e il 2024 la Corte dei Conti ci fa gli elogi”. Parte da questa affermazione netta la replica a muso duro del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, alle cronache giornalistiche sull’ultima delibera della magistratura contabile. Non si limita a una smentita, ma pubblica integralmente le due dettagliate risposte inviate alla Corte dei Conti - Sezione Regionale di Controllo per l’Umbria, trasformando un tecnicismo amministrativo in un caso politico-trasparente.
“Abbiamo tutte le carte in regola. Le ironie sui media sono fuori luogo e andrebbero rivolte a chi ha redatto i bilanci prima del 2023”, taglia corto il primo cittadino, sfidando analisti e opinione pubblica a un confronto sui numeri veri, quelli che parlano di una riscossione al 93% e di riduzioni di accantonamenti per 10 milioni.
La polemica esplode dopo alcune interpretazioni giornalistiche della delibera della Corte dei Conti sulla parifica dei rendiconti del Comune di Terni dal 2016 al 2024. Stefano Bandecchi non ci sta e rilancia con un comunicato a dir poco spigoloso. “Apprendiamo da alcuni articoli usciti sulla stampa locale l’incapacità dei giornalisti economici ternani e anche umbri nel saper leggere ciò che la Corte dei Conti ha scritto”, attacca senza giri di parole.
Il suo argomento è preciso: il giudizio della Corte copre un periodo di nove anni, ma il cuore positivo si concentrerebbe proprio sul biennio 2023-2024, di competenza della sua amministrazione. Per fugare ogni dubbio e “dare alla cittadinanza informazioni giuste”, Bandecchi compie un gesto inusuale: rende pubbliche le due relazioni ufficiali (protocolli 0190661 e 0168384 del 2025) con cui gli uffici della ragioneria del Comune, guidati dalla dirigente Grazia Marcucci, ha risposto alle richieste di integrazione della Corte. Due dossier di nove pagine ciascuno, un fiume di numeri e precisazioni tecniche che diventano la base della sua controffensiva.
“Consiglierei ai giornalisti di leggere con più attenzione la nota della magistratura contabile, di informarsi meglio con i dirigenti comunali che peraltro mi risulta non siano scappati all’estero”, dice con sarcasmo, invitando anzi a intervistare il presidente della Corte dei Conti, Colosimo, per avere chiarimenti.

Nei documenti resi pubblici, la difesa dell’operato amministrativo si regge su pilastri precisi. Il primo, sbandierato dallo stesso Bandecchi, è il risultato della riscossione: “Nel 2024 le entrate extratributarie e tributarie riscosse sono state oltre 53 milioni, con un tasso di riscossione del 93%. Siamo stati talmente bravi che abbiamo potuto ridurre gli accantonamenti sui fondi di dubbia esigibilità di 10 milioni”. Un dato che per il sindaco segna una cesura netta col passato: “La stagione del Comune incapace di incassare con noi è finita”.
Nei fascicoli inviati alla Corte, ogni capitolo è analizzato. Si spiega, ad esempio, perché voci come l’Imposta di Soggiorno o i Proventi della Cascata delle Marmore siano escluse dal calcolo del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità: l’accertamento avviene per cassa e i ritardi nei riversamenti (come i 40mila euro già incassati ma non ancora contabilizzati per l’imposta di soggiorno) sono fisiologici e monitorati. Per i proventi da parcheggi, si precisa che i crediti verso la società in house Terni Reti S.r.l., seppur ingenti (oltre 2,7 milioni), “non generano alcun rischio di inadempienza” e sono oggetto di un piano di rientro.
La parte più tecnica e corposa delle risposte riguarda la gestione dei molti fondi accantonati, un tema cruciale per un ente uscito da poco dallo stato di dissesto finanziario. Il Comune fornisce alla Corte il dettaglio millimetrico del Fondo Contenzioso per il 2023 e il 2024, assicurando una “perfetta capienza” delle risorse rispetto alle controversie pendenti. Si entra poi nel merito del Fondo Passività Potenziali e della macro-voce “Altri Accantonamenti”, che nel rendiconto 2024 ammonta a ben 29,6 milioni di euro.
Qui, la relazione della dirigente Marcucci smonta pezzo per pezzo ogni potenziale critica sulla sovrastima delle riserve. Gli accantonamenti sono giustificati da voci specifiche: 934mila euro per la TARIC sugli immobili, 666mila euro per rischi delle società partecipate, 1,1 milioni per il rinnovo del contratto dei dipendenti, fino al mastodontico accantonamento volontario di 19,5 milioni per la ricostituzione del Fondo Anticipazione Liquidità. Una scelta presentata come massima prudenza, in coerenza con la condizione di “ente ex dissestato”.
“Non abbiamo contratto nuovi mutui, abbiamo proceduto a rinegoziazioni vantaggiose, gli accantonamenti sui fondi di riserve sono elemento di accortezza e prudenza, il fondo di anticipazione liquidità è ben gestito come attesta la Corte dei Conti”, riassume Bandecchi, strizzando l’occhio all’opinione pubblica stanca dei dissesti.
La mossa finale di Bandecchi è quella di fare della totale trasparenza un’arma politica definitiva. “Come elemento di trasparenza e di rapporto diretto con i cittadini metto a disposizione in allegato la risposta, e la successiva integrazione, che abbiamo fornito alla Corte dei Conti, così tutti potranno farsi una propria opinione”. È un invito esplicito a superare la mediazione della stampa, spesso accusata di superficialità, e a valutare l’operato amministrativo direttamente sulle carte.
Una strategia che sposta il dibattito dal piano delle opinioni a quello dei documenti, anche i più complessi. Il sindaco conclude con un’autocertificazione di merito: questa amministrazione, “pur avendo ereditato una situazione molto complicata, ha dato un contributo decisivo per un bilancio solido”.
La pubblicazione integrale dei due fascicoli, pieni di note tecniche, prospetti e riferimenti normativi (dal D.Lgs. 118/2011 ai piani di ammortamento), rappresenta un tentativo di chiudere la polemica sul piano delle chiacchiere e di riaprirla su quello dei bilanci e delle carte bollate. La palla passa ora ai cittadini, ma anche agli avversari politici, chiamati a confutare non parole, ma numeri, rendiconti e pareri contabili. La sfida lanciata da Palazzo Spada è chiara: la partita sulla bontà della gestione si gioca su quei PDF, ora a disposizione di tutti, che pochi leggono ma che contengono l’unica verità ammissibile, quella dei fatti e delle cifre.