il sindaco di Terni e presidente della Ternana Women Stefano Bandecchiconferma di essere uscito definitivamente dal progetto stadio-clinica e smentisce le illazioni circolate sulla cessione del terreno della Ternana Women, dove sorgerà la nuova struttura sanitaria. “L’ho venduta, certo che sì. Anzi, il progetto l’ho regalato nonostante abbia un valore patrimoniale di sviluppo elevatissimo per il mercato, circa 8 milioni di euro. Il terreno, che varrebbe due milioni e mezzo, l’ho ceduto per un milione in meno per facilitare l’acquisizione della Ternana Calcio da parte della famiglia Rizzo. La cilinica è blindata, legalmente blindata, perché a servizio dell'interesse pubblico per la realizzazione dello stadio”.
L’ex presidente della Ternana. imprenditore sindaco e presidente della Provincia di Terni, ha spiegato che il valore dell’operazione è stato ridimensionato proprio per agevolare l’acquisto della società. “Non avrei potuto fare altrimenti. Ho dato una mano e cercato di agevolare la chiusura dell'operazione perché la Ternana aveva 14 milioni di debiti. La famiglia Rizzo era interessata principalmente alla struttura sanitaria. Il progetto ha un know-how che lo rende appetibile: la clinica, con 40 letti più altri 80, può generare otto milioni l’anno di ricavi netti nella parte privata. Si reggerà su quella, non certo sul convenzionamento pubblico. E non porterà via un euro alla sanità territoriale”.
Bandecchi ha parlato di un investimento dal forte potenziale, sottolineando come la nuova proprietà sia consapevole della sfida: “Se fosse stato un ostacolo, non l’avrebbero presa. La clinica avrà una resa significativa e si inserisce in un disegno più ampio che riguarda anche lo stadio". Già, perché l'impianto potrà contare proprio sui canoni di 14 milioni complessivi derivanti dalla struttura sanitaria privata.
"E non vanno dimenticati i ricavi commerciali per oltre 2,5 milioni di euro l'anno. Il project financing è stato strutturato bene e aver vincolato tutto alla gestione della Ternana è la migliore garanzia per il futuro", chiude il sindaco.
Sul futuro dell’impianto sportivo ha chiarito che i contratti già firmati mettono nero su bianco la possibilità per la Ternana Calcio di utilizzarlo a prescindere da eventuali passaggi di proprietà. “Il nuovo stadio Liberati resta a disposizione della città e della squadra. Non abbiamo mai regalato niente, semmai faremo pagare delle bollette oneste, come quelle che paga il Comune, perché i cittadini devono avere un ritorno pubblico”, ha sottolineato.
Archiviata la questione clinica, Bandecchi ha rivolto un attacco diretto all’allenatore Fabio Liverani, giudicato responsabile di una gestione troppo rinunciataria. “La partita di ieri è stata pessima. Abbiamo vinto solo grazie a un autogol contro il Pontedera. Dopo il vantaggio, la squadra è stata fatta arretrare, senza la capacità di chiudere il match”.
Il sindaco non ha nascosto l’amarezza: “Mi sono arrabbiato come un animale. Se fossi stato io in panchina, sarebbe andata diversamente. Con me, che ho parlato ai ragazzi prima del match, la squadra ha vinto due partite, senza di me non ha vinto. La matematica non è un’opinione”.
L’analisi di Bandecchi è chiara: “Quest’anno la Serie C è di basso livello, un’occasione unica per andare in B. Ma l’allenatore non uccide le partite e non sfrutta il potenziale”. Una critica che suona come un avvertimento alla società: “Io inizierei a pensare a Marino Defendi (martedì sera era allo stadio, ndr), che ora ha il tesserino e può fare l’allenatore”.
Insomma, con il passaggio alla famiglia Rizzo, Bandecchichiude la sua parentesi economico-sportiva connessa alla Ternana. Anche se afferma di restarne tifoso sfegatato. Da un lato, l’uscita dal progetto stadio-clinica non significa disimpegno, perché l’impianto rimane nelle disponibilità contrattuali della società e rappresenta una risorsa per il Comune di Terni, in futuro. Dall’altro, la critica a Liverani e l’appello alla dirigenza riportano l’ex presidente al centro del dibattito tecnico.
“Io ho costruito un progetto che resta alla città e alla squadra. Qui nessuno fa beneficenza, a cominciare dalla proprietà che ha acquisito il club, ma il lavoro fatto garantisce continuità. Si tratta di una proprietà solida e con le idee chiare, che ha tutto per fare bene”, ha concluso.