Il mondo digitale è diventato un campo minato, e l'Italia non fa eccezione. Il rapporto Clusit 2025 fotografa uno scenario in continuo peggioramento: nel 2024 gli attacchi informatici sono aumentati del 27,4 per cento a livello globale, mentre nel nostro Paese la crescita si ferma a un meno rassicurante 15,2 per cento.
Non siamo i bersagli preferiti, ma siamo comunque nel mirino. Circa il 10 per cento degli attacchi informatici globali colpisce l’Italia, anche se con un’intensità meno devastante rispetto ad altri Paesi. Qui, infatti, gli episodi più gravi sono meno frequenti, mentre abbondano quelli a impatto medio, una sorta di fastidio costante che non va mai davvero via.
A Perugia si è parlato di sicurezza digitale, e non per fare teoria. Il convegno "Governare la cybersicurezza: prevenire, resistere, contrastare" ha messo sul tavolo un problema che morde sempre più forte: il cybercrime. L'evento, organizzato dalla Procura generale e dalla Procura della Repubblica della città con la collaborazione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ha richiamato esperti e istituzioni.
Il procuratore generale Sergio Sottani ha puntato il dito sull'urgenza della situazione: "Nessuno è al sicuro e tutti siamo chiamati ad agire con urgenza e determinazione". Ha poi ricordato che nel mirino degli hacker sono finiti anche portali istituzionali della Regione, segnale che nessuno può sentirsi al riparo. "Per quanto riguarda la Procura generale perugina sin dal luglio 2021, con un ulteriore aggiornamento nel febbraio scorso, si è dotata di un ordine di servizio, rivolto ai magistrati ed al personale amministrativo e di polizia giudiziaria, teso alla riduzione del rischio digitale, rappresentato dalla sottrazione di dati sensibili, personali e d’ufficio", ha aggiunto Sottani. Il messaggio è chiaro: chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati non è un'opzione.. L'evento, promosso dalla Procura generale e dalla Procura della Repubblica della città, ha visto la collaborazione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Al convegno, esperti e istituzioni hanno dipinto un quadro tutt'altro che rassicurante: la criminalità informatica si sta adattando con una velocità inquietante. Il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone ha lanciato un allarme netto: "Il cyberspazio è un territorio virtuale in cui le tradizionali attività illecite si fondono con le tecnologie più avanzate attirando la criminalità anche in forma organizzata e ponendo, quindi, sfide senza precedenti per la sicurezza globale". In altre parole, ladri e truffatori non si limitano più a forzare serrature, ma entrano direttamente nei server.
L’intelligenza artificiale sta diventando la nuova arma del crimine digitale. Al convegno si è parlato di come le tecnologie emergenti stiano rendendo gli attacchi informatici sempre più sofisticati, con strumenti capaci di aggirare anche le difese più avanzate. Non servono più hacker con anni di esperienza: oggi un malware può essere creato con pochi clic grazie a programmi basati su AI.
L’Italia, secondo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, è un bersaglio sensibile per attacchi geopolitici che puntano alle infrastrutture critiche. "La cybersicurezza non è solo un problema tecnico, ma una responsabilità sociale condivisa", ha ribadito Ciardi, mettendo in evidenza l’urgenza di investire in strategie di difesa più efficaci per proteggere dati e servizi essenziali.
Nel frattempo, lo Stato prova a rispondere con la legge 90/2024, che ha introdotto sanzioni più pesanti per i crimini digitali e migliorato il coordinamento tra le autorità. Più anni di carcere e meno scappatoie per chi si infiltra nei sistemi altrui con scopi malevoli.
L’evento, patrocinato dalla Scuola Superiore della Magistratura e accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Perugia, ha raccolto esperti del settore, magistrati e forze dell’ordine. Tutti d’accordo su un punto: la cybersicurezza non può essere un lusso, ma una priorità assoluta.. Le nuove tecnologie stanno trasformando il panorama delle minacce, rendendo più sofisticati gli attacchi e ampliando le possibilità di intrusione nei sistemi informatici.