27 Feb, 2025 - 17:45

Attacco hacker in Italia, coinvolti anche i siti istituzionali umbri

Attacco hacker in Italia, coinvolti anche i siti istituzionali umbri

Da oltre dieci giorni un tornado digitale sta sferzando l'Italia, facendo saltare in aria portali e servizi online. Il gruppo filorusso Noname057 ha deciso di mettere sotto scacco le istituzioni umbre, compreso il Comune di Perugia, con attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) capaci di oscurare siti e mandare in tilt i sistemi. Un assalto informatico in piena regola, con effetti che si sono fatti sentire ben oltre lo schermo.

Siti colpiti e risposta delle autorità

Dalle prime luci dell'alba, l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha messo in allarme le istituzioni, mentre gli hacker di Noname057 hanno continuato a divertirsi con le infrastrutture digitali pubbliche. Il Comune di Perugia ha avuto il suo momento di blackout, con il sito ufficiale che è andato giù. Nessun panico, però: la rete interna per i dipendenti ha retto l'urto e i tecnici si sono messi all'opera per riportare tutto alla normalità in tempi rapidi.

L’amministrazione ha tranquillizzato la popolazione, garantendo che nessun dato è stato saccheggiato e che i sistemi informatici non hanno subito intrusioni malevole. Le attività comunali sono proseguite senza scossoni, mentre i server venivano riportati in carreggiata. Il Comune ha promesso di tenere alta la guardia, consapevole che questi attacchi sono ormai un'abitudine difficile da estirpare.

Ma gli assalti digitali non si sono certo fermati lì. Gli hacker hanno allungato le mani su altri bersagli, mettendo in ginocchio i portali di città come Brescia, Prato, Parma e Rimini. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia è stata presa di mira, sebbene senza gravi danni. Nel frattempo, l'Ordine nazionale dei giornalisti, la Direzione investigativa antimafia e l'Associazione nazionale magistrati hanno dovuto fare i conti con problemi di accessibilità proprio mentre le toghe incrociavano le braccia.

Il copione sembra essere sempre lo stesso: i pirati del web preferiscono colpire dove le difese sono meno strutturate, più che puntare a rubare informazioni di peso. Un gioco al massacro che obbliga le istituzioni a correre ai ripari senza tregua.

La strategia umbra per la sicurezza digitale

La Regione Umbria ha deciso di mettere un freno agli attacchi hacker con un piano di difesa digitale che non lascia spazio a improvvisazioni. Con un occhio puntato sul futuro e l'altro sugli attacchi informatici sempre più aggressivi, il vicepresidente con delega alle infrastrutture tecnologiche e digitali, Tommaso Bori, ha fatto visita alla sede perugina di APPLiCO Digital Lab, vero e proprio avamposto della sicurezza digitale.

Nel faccia a faccia con l'amministratore delegato Valter Luchini, Bori ha lasciato intendere che la questione non è più rimandabile. "I data center devono essere delle fortezze digitali", ha dichiarato, evidenziando come gli enti pubblici siano bersagli sempre più frequenti. "Stiamo mettendo in campo investimenti mirati per rafforzare le difese e, fino ad ora, abbiamo retto l'urto".

Digitalizzazione e sicurezza: le nuove prospettive

La digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni corre veloce, ma gli hacker non stanno certo a guardare. Per tenere testa ai continui attacchi, la Regione ha acceso i riflettori sulla cybersicurezza, attivando un monitoraggio costante e affidandosi a partner tecnologici d'eccellenza come APPLiCO.

Dal 2016, questa realtà si occupa di potenziare la resilienza digitale di aziende ed enti pubblici, offrendo soluzioni cloud che blindano le infrastrutture informatiche. A Perugia ospita un Edge Data Center, una roccaforte tecnologica che garantisce continuità operativa e protezione avanzata contro le intrusioni digitali.

Gli specialisti della sicurezza informatica lanciano l'allarme: l'Italia è uno dei bersagli preferiti, con il 10% degli attacchi globali diretti proprio nel nostro Paese. Secondo Bruno Frattasi, direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, la risposta sta migliorando, ma le amministrazioni locali restano l'anello debole della catena. Difese rafforzate, tecnologie aggiornate e strategie più aggressive sono l'unica via per arginare l'ondata di incursioni digitali.

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Francesca Secci
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