Ater Umbria cambia rotta. Nuova governance, nuove ambizioni. Al centro dell’agenda ci sono tre parole chiave: diritto alla casa, sostenibilità e rigenerazione urbana. Non una semplice riorganizzazione, ma un’operazione politica e tecnica che punta a rimettere l’abitare pubblico tra le priorità della Regione.
A presentare il nuovo corso è stato Federico Santi, ingegnere e neo presidente dell’Azienda, nel corso di una conferenza stampa nella sede perugina. Accanto a lui, l’assessore regionale Fabio Barcaioli, la consigliera Chiara Fioroni e il gruppo dirigente. Un passaggio istituzionale che serve anche a definire l’identità di un ente che, in Umbria, è chiamato a fare molto più che amministrare immobili.
Federico Santi ha aperto ufficialmente il suo mandato tracciando un piano operativo in stretta sintonia con la Regione. L’idea è quella di trasformare Ater in un soggetto capace di incidere sul tessuto urbano e sociale, non più solo un gestore di immobili ma un acceleratore di politiche concrete per chi una casa non ce l’ha o rischia di perderla. L’abitare torna materia politica, e Ater si candida a gestirlo con visione amministrativa e pragmatismo territoriale.
Il nuovo corso punta dritto su chi vive al margine e chiede semplicemente una casa dignitosa. "Immaginiamo un’abitazione pubblica che torni a essere un pilastro del welfare regionale", ha dichiarato Santi. Dietro ogni richiesta c’è un bisogno concreto, non una teoria da convegno. Dare senso al diritto all’abitare significa costruire risposte credibili, rapide, radicate nel territorio. Non bastano fondi o buone intenzioni: servono case vere, vivibili, pensate per chi oggi è fuori da tutto.
Nel piano operativo 2025-2030, Ater punta a mettere in moto leve finanziarie e amministrative. In cima all’agenda ci sono i fondi europei, statali e regionali: PNRR, Piano Casa Italia, FESR 21-27. Soldi da intercettare e trasformare in progetti concreti. Si lavora alla creazione di Comunità Energetiche Regionali, alla sperimentazione del co-housing, a un piano di manutenzioni e a un cambio di passo nella gestione interna. L’obiettivo è uno: aumentare l’offerta abitativa e alzare la qualità degli spazi. Per chi entra, per chi già vive in quelle case, per chi è in lista d’attesa da troppo tempo.
L’assessore Fabio Barcaioli ha parlato di una vera e propria svolta per l’Umbria: “La casa torna al centro dell’agenda politica, perché rappresenta uno dei principali fattori che incidono sulla povertà”. La scelta di Santi, secondo l’assessore, unisce visione e competenza, e rilancia il ruolo di Ater come motore strutturale delle politiche abitative regionali.
Il presidente Santi ha evidenziato la criticità legata a oltre 1.500 alloggi non affittati, una situazione che genera costi senza introiti. “È un meccanismo distorto e potenzialmente pericoloso”, ha dichiarato. La proposta è quella di ottenere finanziamenti dalla Banca Europea degli Investimenti per manutenzioni, coinvolgere attivamente i Comuni e potenziare i servizi interni, dal sito web all’organico.
Al 31 dicembre 2024, Ater Umbria gestiva un patrimonio di circa 1.400 alloggi distribuiti sul territorio regionale, molti dei quali necessitano di interventi urgenti. Secondo i dati più recenti, 1.274 alloggi risultano infatti da ripristinare, con un fabbisogno stimato di 38,2 milioni di euro per lavori di messa a norma e ristrutturazione strutturale. Questa situazione evidenzia l’urgenza di finanziamenti straordinari e una strategia di manutenzione incisiva, in linea con la proposta di Santi di coinvolgere BEI, Regione e Comuni. L'elevato numero di alloggi da riqualificare giustifica pienamente l’iniziativa di Ater di richiedere risorse dedicate e attivare un piano manutentivo su vasta scala.