La speranza, ribadita da tutti i soggetti intervenuti all'audizione in Commissione attività produttive della Camera sul tavolo dell'Accordo di programma AST, è che si possa superare di slancio l'ultimo miglio, quello dell'energia. Giungendo così alla firma dell'intesa, che sbloccherebbe gli investimenti per il sito ternano.
E dopo le parole del ministro Adolfo Urso, rese di fronte agli stessi commissari di Montecitorio che avevano appena finito di audire azienda e sindacati, il traguardo sembra avvicinarsi sensibilmente. Innanzitutto il tavolo. Come abbiamo anticipato si terrà l'8 ottobre alle 15.30 a Palazzo Piacentini. In via Veneto, nella sede del MIMIT, oltre a Ministero ed Enti locali, ci saranno i rappresentanti dell’azienda e dei sindacati. All'ordine del giorno del confronto, l’avanzamento degli investimenti che riguardano il sito AST di Terni.
"In quella sede - ha detto Urso ai parlamentari, durante un'audizione sulle crisi industriali - faremo delle proposte per quanto riguarda anche l'ultimo aspetto che manca. Quello dell'energia. Perché in realtà noi da tempo abbiamo definito tutti gli aspetti dell'Accordo di programma. Il testo e gli impegni sono ben definiti. Il tavolo però è rimasto aperto perché c'è stata una nuova ulteriore richiesta dell'azienda in merito al costo dell'energia. E lo comprendiamo, perché nel frattempo il costo dell'energia rispetto ad altri competitori europei internazionali è aumentato. Il ministero spera che già nell'incontro dell'8 ottobre si possa individuare e concordare un percorso che consenta di definire l'Accordo di programma anche per quanto riguarda la parte energetica".
Urso non ha anticipato ai parlamentari il contenuto della proposta che avanzerà ad azienda, istituzioni e sindacati. Ma ha chiarito che il Governo si è messo al lavoro, anche in sede eurocomunitaria, per ottenere la possibilità di derogare alle normative sugli Aiuti di Stato. Data anche la particolarità della situazione contingente e la disparità di condizioni di partenza tra le imprese energivore europee.
"Voglio dirlo in questa sede e lo ribadirò sempre perché mia convinzione - ha sottolineato ancora Urso in Commissione Attività produttive di Montecitorio -. Noi dobbiamo intervenire, ovviamente sin da subito, per consentire che le imprese industriali possano avere una costo energia competitivo con quella degli altri paesi e assicurarselo in sede di approvvigionamento. È un lavoro che stiamo facendo anche con le normative sull'autoconsumo di rinnovabili, come il decreto "energy release" e il piano Transizione 5.0".
La convocazione del tavolo è stata accolta con soddisfazione dalla governatrice Tesei, che insieme al ministro Urso aveva interloquito in questi mesi con ENEL. Per trovare una soluzione-ponte fino al 2029, anno in cui andranno a gara le concessioni per l'idroelettrico, sul problema dell'energia.
Ringrazio il ministro Urso - ha detto Tesei - per aver convocato celermente, a seguito della nostra richiesta, il tavolo di confronto in merito all’AST Arvedi.
"L’azienda recentemente ha aperto il problema del costo dell’energia con la motivazione della contrazione di mercato per i maggiori costi elettrici", sottolinea in una nota la FIOM CGIL. Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia e Alessandro Rampiconi, segretario generale di Terni, evidenziano la rilevanza nazionale del caso Terni. Soprattutto per un possibile ridimensionamento degli investimenti.
"Si tratta di investimenti assolutamente necessari - affrmano in una nota - per mantenere gli impianti all’avanguardia e per dare avvio alla decarbonizzazione. Nonché per dare una prospettiva certa agli attuali livelli occupazionali e all’indotto. Nel prossimo incontro al MIMIT ribadiremo che la città di Terni e l’Italia non possono permettersi di rinunciare al rilancio dello stabilimento Arvedi AST. La mancata definizione di un accordo di programma anche discusso con i sindacati e l’assenza di investimenti, comprometterebbero la tenuta complessiva della siderurgia italiana e di un territorio in forte declino industriale.
Il segretario dell'UGL Daniele Francescangeli e il coordinatore Antonello Martoni hanno espresso grande preoccupazione in merito allamancata firma dell'Accordo di programma e al blocco del piano industriale.
"Riteniamo primario che il Governo prenda in mano la problematica del costo dell'energia elettrica - affermano - realizzando misure statali che consentiranno alle acciaierie di Terni il mantenimento dei volumi produttivi. E di conseguenza della forza lavoro. Infine, riteniamo che il miliardo di investimenti dichiarato da Arvedi ad oggi è indispensabile per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Tanto più gli investimenti dichiarati dall'azienda sono indispensabili sia per i cittadini ternani sia per i lavoratori. La città di Terni merita una transazione ecologica e una qualità di vita migliore al passo con le tecnologie più avanzate sotto l'aspetto ambientale".