17 Feb, 2025 - 20:01

Ast, il futuro dell'accordo di programma: la voce dei sindacati

Ast, il futuro dell'accordo di programma: la voce dei sindacati

 

L’industria siderurgica di Terni è sospesa in una bolla di promesse infrante e attese infinite. L’accordo di programma tra Arvedi e le istituzioni è rimasto impantanato, tre anni trascorsi tra dichiarazioni roboanti e nessun atto concreto.

I sindacati, tenuti fuori dai giochi come se fossero spettatori di un film già scritto, si sono stufati: se entro la fine di febbraio non si passa ai fatti, la mobilitazione partirà senza sconti. Il 5 marzo la Prefettura diventerà il teatro di un confronto che si preannuncia rovente, con il rischio di trasformare questa attesa snervante in una vertenza esplosiva.

Sindacati pronti alla mobilitazione senza risposte concrete

Acciai Speciali Terni è di nuovo su un filo sospeso, con le istituzioni che giocano a rimandare e i sindacati che hanno esaurito la pazienza. Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl sono pronti a scendere in campo senza sconti se l’accordo di programma non verrà firmato entro fine febbraio. La vicenda si trascina da troppo tempo e rischia di scivolare verso un nuovo braccio di ferro sindacale, con conseguenze imprevedibili per il sito siderurgico e per chi ci lavora ogni giorno.

Esclusi dai tavoli istituzionali, cresce il malcontento sindacale

I rappresentanti dei lavoratori si sono stancati di fare tappezzeria mentre le decisioni vengono prese altrove. La loro esclusione dai tavoli istituzionali ha generato una rabbia crescente e un senso di frustrazione che non intendono più ingoiare. Alessandro Rampiconi, segretario della Fiom, ha descritto la situazione come un gioco dell’oca infinito, dove si torna sempre al punto di partenza. "L’azienda deve smetterla con i rinvii. Se a fine febbraio non succede nulla, la mobilitazione partirà senza esitazioni". Nel frattempo, il 5 marzo è in programma un incontro con il prefetto di Terni per discutere le criticità ambientali dello stabilimento, ma anche su questo fronte i sindacati non sono disposti a fare da spettatori.

Scenari possibili tra accordo sindacale e patto territoriale

Le prospettive future sono appese a un filo, e il filo si assottiglia ogni giorno di più. Simone Liti, segretario della Fim Cisl, non usa giri di parole: o si trova un accordo sindacale che assicuri gli investimenti o si punta su un’intesa istituzionale che tenga in piedi il comparto.

Nel frattempo, il grande nulla burocratico della Regione Umbria continua a pesare: di documenti ufficiali nemmeno l’ombra. La vicenda si trascina tra annunci e promesse, ma nei cassetti delle istituzioni non c’è neanche una bozza che dimostri un reale passo avanti.

Sindacati pronti ad attribuire responsabilità

Dall’Uilm arriva un messaggio senza fronzoli: chi ha trascinato questa trattativa nel pantano dovrà assumersi la responsabilità. "Attribuiremo le colpe a chi ha bloccato tutto", dice Simone Lucchetti. Giovacchino Olimpieri della Fismic rincara la dose, parlando di "troppe falsità" sparse anche nei palazzi del potere, un insulto ai lavoratori che da anni aspettano risposte concrete. Daniele Francescangeli dell’Ugl è stufo di aspettare: il 28 febbraio è la linea di confine, oltre la quale il sindacato è pronto a fare sul serio.

Tre anni di attesa e incertezze sull’accordo di programma

L’accordo di programma tra Arvedi e Ast è diventato un miraggio, un triennio di rinvii e dichiarazioni che ormai suonano come vecchi ritornelli. Nel maggio 2023 l’azienda aveva raccontato di un piano industriale e ambientale già pronto, ma poi sono spuntati ostacoli su energia e infrastrutture. La Direzione Generale della Concorrenza dell’Unione Europea è stata chiamata in causa, poi si è aggiunta la questione discarica, e oggi si rischia l’ennesima proroga mentre i lavoratori restano in attesa di qualcosa di concreto.

Vertice in prefettura e possibili scenari di scontro

La questione ambientale continua a essere il nodo irrisolto, con il sindaco di Terni e altre autorità locali che da tempo puntano il dito sulla gestione del sito. Il 5 marzo, la Prefettura sarà il palcoscenico di un nuovo capitolo di questa saga infinita, con Comune, Regione e autorità di controllo chiamati a dire la loro.

Sindacati e lavoratori sono pronti a mettere fine al balletto istituzionale e avviare una mobilitazione senza compromessi. Se l’accordo di programma dovesse saltare, il confronto con Arvedi diventerebbe inevitabile e la partita per il futuro dello stabilimento entrerebbe in una fase ancora più tesa.

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Francesca Secci
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