13 Oct, 2025 - 17:47

Assisi, 38enne patteggia 7 mesi per maltrattamenti e minacce: la sentenza del tribunale di Perugia

Assisi, 38enne patteggia 7 mesi per maltrattamenti e minacce: la sentenza del tribunale di Perugia

Un uomo di 38 anni di Assisi ha patteggiato oggi una pena di sette mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della fidanzata, oltre che per stalking e minacce al vicino di casa. Il patteggiamento è stato accettato dal giudice del Tribunale di Perugia, che ha così chiuso la fase preliminare del procedimento avviato a seguito di una richiesta di esercizio dell’azione penale sulla base di fatti risalenti all’ottobre 2024.

Nel dispositivo del giudice si osserva che le condotte dell’imputato avevano "reso intollerabile la convivenza familiare", giustificando il quadro di reati complessi contestati all’uomo.

Assisi, patteggia 7 mesi per maltrattamenti alla fidanzata: la decisione del tribunale di Perugia

Secondo l’accusa, durante una lite scoppiata per motivi di gelosia l’uomo avrebbe aggredito la compagna con schiaffi, pugni e strette al collo fino a farle mancare il respiro. Questa violenta azione le avrebbe provocato un "edema da tentativo di strozzamento" e altre lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.

La pubblica ministero Mara Pucci ha descritto un clima di "continue manifestazioni di violenza fisica e psicologica" – fra ingiurie, recriminazioni, percosse e minacce – tale da rendere impossibile la prosecuzione della convivenza. La fidanzata, assistita dall’avvocata Saschia Soli, è indicata come vittima di aggressioni ripetute e vessazioni gravi continuate nel tempo.

Aggressioni e gelosia: il racconto della violenza domestica

L’imputato, difeso dall’avvocato Gianfranco Giubilei, è inoltre accusato di violazione del divieto di avvicinamento nei confronti dell’ex compagna e di condotte persecutorie nei confronti di un vicino di casa. Secondo l’atto di accusa, l’uomo avrebbe urlato al vicino frasi come "ti ammazzo, ti sventro, ti taglio la testa" e lo avrebbe minacciato impugnando una sega e due coltelli. In estate 2024 avrebbe persino lanciato vasi di terracotta contro il vicino e suo figlio, colpendoli entrambi: per le ferite riportate il vicino ha avuto una prognosi di 20 giorni, il figlio 19 giorni. A seguito di tali episodi, le forze dell’ordine hanno ricostruito il comportamento violento del 38enne, convalidando l’arresto in flagranza e disponendo per lui misure cautelari, tra cui il divieto di dimora in Umbria e di avvicinamento alle persone offese.

Minacce di morte al vicino con una sega e due coltelli: i dettagli dell’inchiesta

I reati di violenza domestica come quelli contestati in questo caso rientrano nel Codice Rosso, la legge 19 luglio 2019 n. 69, che ha rafforzato le tutele per le vittime di violenza di genere. Tale normativa ha introdotto nel codice penale nuove fattispecie – come il cosiddetto revenge porn – e ha inasprito le pene per i maltrattamenti in famiglia, prevedendo aggravanti speciali quando i reati avvengono in presenza di minori, donne in stato di gravidanza, persone con disabilità o con l’uso di armi. In Umbria, gli uffici giudiziari pongono particolare attenzione ai reati del Codice Rosso: secondo il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani, circa il 30% delle misure cautelari richieste riguarda proprio casi di violenza domestica e di genere.

Violenza di genere e Codice Rosso: cosa prevede la legge in Italia

Il caso di Assisi si inserisce in un contesto preoccupante di recrudescenza della violenza domestica in Umbria. Negli ultimi anni si è registrato un sensibile aumento dei casi: tra il 2022 e il 2023 i maltrattamenti in famiglia trattati dalla procura sono cresciuti di oltre il 30%. Parallelamente, le chiamate al numero verde 1522 sono aumentate: secondo i dati Istat, in Umbria sono passate da 1,79 a 2,34 ogni 10mila abitanti nello stesso periodo.

La Regione ha commentato che "probabilmente le campagne di sensibilizzazione e una maggiore consapevolezza del grave fenomeno della violenza di genere hanno giovato all’emersione di una parte maggiore dei casi".

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Francesca Secci
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