19 Jun, 2025 - 09:50

Assemblea legislativa, respinta mozione per interruzione rapporti con Israele. Opposizione: “Tema serio, ci vuole tempo”

Assemblea legislativa, respinta mozione per interruzione rapporti con Israele. Opposizione: “Tema serio, ci vuole tempo”

La proposta di interrompere i rapporti di cooperazione militare tra Italia e Israele non è approdata all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. Presentata dai consiglieri Fabrizio Ricci (Avs) e Maria Grazia Proietti (Pd), la mozione mirava a sollecitare la Regione ad attivarsi presso il Governo nazionale per sostenere iniziative umanitarie e politiche in favore della popolazione civile palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza.

Ma la richiesta d’urgenza è stata respinta: 10 sì, 8 no. Non abbastanza per superare il quorum. E l'opposizione fa sapere, in una nota congiunta, quali sono le motivazioni che l'hanno spinta a contrastare la mozione. Non bisogna - dicono - affrettare le cose, serve una riflessione seria. 

La mozione Ricci-Proietti: corridoi umanitari, stop alla cooperazione militare e riconoscimento della Palestina

L’atto chiedeva alla Giunta regionale di farsi promotrice di una serie di iniziative presso il Governo e il Parlamento: dall’attivazione di corridoi umanitari per minori e malati all’interruzione delle esportazioni di armi verso Israele, fino alla richiesta di sanzioni economiche internazionali per il mancato rispetto del diritto umanitario. Il testo conteneva anche la proposta di non rinnovare il Memorandum d’intesa Italia-Israele in ambito difesa e la promozione di una rete europea per l’accoglienza sanitaria dei profughi.

A sostegno della mozione, Maria Grazia Proietti ha dichiarato in Aula che c'è "il rischio di un allargamento del conflitto e di un ulteriore incremento delle già numerose vittime civili". Ha poi aggiunto: "La nostra Costituzione ripudia la guerra e il nostro Statuto ci impegna alla cultura della pace. Servono dunque corridoi umanitari sicuri per evacuare minori e malati. Una accoglienza diffusa, sostenuta dal volontariato, funziona bene e può contribuire a salvare vite riducendo anche i costi per la collettività”.

Le ragioni del no: “Temi complessi, servono approfondimenti”

La scelta di non votare l’urgenza è stata spiegata con una lunga nota firmata dai gruppi di opposizione, tra cui i consiglieri Melasecche, Tesei, Pace, Agabiti, Giambartolomei, Pernazza, Romizi e Arcudi. “La contrarietà che abbiamo espresso in Aula" – si legge – "non nasce da una sottovalutazione del tema o da un atteggiamento pregiudiziale, anzi. Riteniamo che i contenuti affrontati nella mozione siano di grande importanza e urgenza, a livello umano, politico e internazionale”.

Il timore, espresso trasversalmente, è che questioni di tale rilievo siano affrontate “in maniera affrettata o strumentale”. Per questo l’opposizione chiede un confronto più ampio, con il coinvolgimento del Governo e dei parlamentari umbri, per “comprendere quali proposte contenute nella mozione siano realmente praticabili, quali già attive e quali invece possano essere migliorate o ridefinite in una logica di concreta applicabilità”.

Assemblea Legislativa dell'Umbria, non passa la mozione sull'interruzione dei rapporti con Israele

Il dibattito ha riportato in primo piano una questione cruciale: quale deve essere il ruolo delle Regioni italiane in ambito di politica estera e di intervento umanitario? L’Umbria, che ha già sperimentato l’accoglienza diffusa con i profughi siriani e che ha accolto i sanitari palestinesi per il progetto HaemoPAL, potrebbe secondo Ricci e Proietti replicare quel modello. Coinvolgendo sanità, terzo settore ed enti locali. Tuttavia, l’opposizione ha ricordato come la competenza primaria resti nelle mani del Governo e del Ministero degli Esteri.

Le sensibilità, insomma, si toccano. Ma secondo l’opposizione la mediazione istituzionale non può cedere al pressing politico senza un’adeguata analisi. “Temi come i corridoi umanitari, il riconoscimento dello Stato di Palestina, il sostegno ai civili vittime di guerra" – concludono i consiglieri – "richiedono un senso di responsabilità istituzionale, non iniziative che rischiano di trasformarsi in bandiere identitarie o strumenti di divisione. Serve ascolto, confronto, approfondimento. È per rispetto nei confronti delle persone che vivono sulla loro pelle le tragedie che la politica ha il dovere di affrontare certe questioni con lucidità e responsabilità”.

Intanto la mozione Ricci-Proietti resta fuori dall’Aula. Ma il tema, ormai, è entrato nel cuore del dibattito regionale. E si spera non ne uscirà presto.

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Giorgia Sdei
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