17 Apr, 2025 - 12:05

Ascensori di via Baldassini, tra difficoltà e crisi della Multiservizi: un’eredità pesante

Ascensori di via Baldassini, tra difficoltà e crisi della Multiservizi: un’eredità pesante

Gli ascensori pubblici di via Baldassini e via XX Settembre, fondamentali per la mobilità verticale del centro storico, sono diventati il simbolo di un sistema in affanno, sospeso tra gestione precaria, incertezze legali e responsabilità amministrative che affondano le radici nella crisi interna della Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, la partecipata comunale che ne ha la gestione.

Il Comune di Gubbio, socio unico al 100% della società, continua ad affidare in deroga la gestione degli impianti, ma il meccanismo mostra sempre più falle. Sabato 12 aprile, nel pieno del fine settimana delle Palme, gli ascensori sono rimasti chiusi, generando disagi notevoli a residenti, turisti e attività commerciali.

La chiusura, rimasta senza alcuna comunicazione pubblica, ha sorpreso cittadini e visitatori, aggravando la percezione di un servizio ormai gestito in modo approssimativo e privo di pianificazione.

La responsabilità del disservizio sembra ricondursi, secondo fonti interne al Comune, all’allontanamento improvviso di uno dei tre addetti con partita Iva. In particolare, si tratterebbe di un collaboratore in pensione, che riceveva compenso come libero professionista.

La lettera di fine incarico gli sarebbe stata recapitata direttamente dall’amministratore unico di Gubbio Cultura, Paolo Rocchi, commercialista nominato durante la Giunta Stirati e tuttora in carica.
“Una semplice comunicazione formale, senza garanzie di copertura del servizio in sua assenza” – raccontano ambienti comunali informati.

Il ruolo controverso degli addetti con partita Iva

Attualmente, in servizio sono rimasti due addetti con partita Iva e una sola dipendente interna, rientrata in organico dopo una sentenza del giudice del lavoro che ha annullato il suo precedente licenziamento, legato alla perdita della gestione dei parcheggi a pagamento.

La convivenza tra queste figure appare fortemente sbilanciata: da un lato i due collaboratori esterni, dall’altro una dipendente che non può impartire né ricevere ordini dai colleghi con partita Iva, per evitare ogni indebita commistione tra rapporti di lavoro formalmente autonomi e dinamiche da lavoro subordinato.

Una situazione che solleva più di un dubbio giuridico e organizzativo, anche in vista delle festività pasquali e della necessità di garantire continuità nei servizi pubblici essenziali.

Su tutta la vicenda è in corso un’indagine dell’Ispettorato del lavoro di Perugia, che ha già acquisito documentazione e ascoltato soggetti coinvolti, aprendo un fascicolo per verificare la natura effettiva dei rapporti di lavoro all’interno di Gubbio Cultura.

L’ipotesi, tutt’altro che remota, è che i collaboratori esterni con partita Iva siano stati in realtà utilizzati come lavoratori dipendenti, configurando una somministrazione irregolare, con potenziali conseguenze sanzionatorie sia per la società partecipata sia per il Comune, in quanto socio unico.

“Il rischio è che venga contestato un rapporto di lavoro subordinato mascherato da collaborazione autonoma, con tutte le implicazioni del caso” – spiega un esperto in diritto del lavoro.

La crisi di Gubbio Cultura affonda le radici nelle scelte della passata Giunta Stirati, che aveva affidato alla partecipata numerosi servizi – dalla gestione dei parcheggi a quella degli ascensori – senza però rafforzare in modo adeguato la struttura interna, né stabilizzare il personale necessario a garantire continuità e legalità nei rapporti di lavoro.

La nomina di Paolo Rocchi come amministratore unico rientrava in quel disegno di riorganizzazione che però, nel tempo, ha mostrato i suoi limiti, aggravati dalla perdita di alcune commesse e da un clima interno sempre più complesso.

Oggi, la Giunta Fiorucci, che ha ereditato il quadro critico, non è intervenuta con sufficiente prontezza nel comunicare la chiusura del servizio, contribuendo – secondo diversi cittadini – a una percezione di disattenzione o sottovalutazione del problema.

Un punto critico per la mobilità urbana

Gli ascensori di via Baldassini e via XX Settembre non sono un lusso, ma un servizio essenziale per la mobilità urbana del centro storico, in particolare per persone anziane, famiglie con bambini, lavoratori pendolari e turisti.

Garantirne l’operatività quotidiana dovrebbe essere una priorità assoluta, non solo in termini di efficienza logistica, ma anche come segnale di attenzione alla qualità della vita urbana e all’accessibilità.

“Non si può permettere che servizi fondamentali dipendano da dinamiche interne confuse e precarie”, ha commentato un residente.
“Serve chiarezza, trasparenza e soprattutto una gestione professionale e stabile.”

La crisi degli ascensori è solo la punta dell’iceberg della situazione più generale della Gubbio Cultura e Multiservizi, che oggi si trova in un limbo operativo e strategico, senza una missione chiara, con un organico ridotto e una struttura giuridico-contrattuale da rivedere.

Il dibattito sulla necessità di una riorganizzazione radicale della società è già aperto da mesi, ma i segnali di cambiamento tardano ad arrivare, mentre continuano i rischi di disservizi e contenziosi.

Una riflessione più ampia sul ruolo delle partecipate, la loro sostenibilità e la coerenza delle scelte gestionali con gli obiettivi pubblici, appare oggi non solo opportuna, ma urgente.

Serve una svolta

La vicenda degli ascensori di via Baldassini è il segnale di una crisi più ampia, che riguarda la capacità del Comune di gestire i propri servizi in modo efficace, trasparente e sostenibile.

Non bastano più soluzioni tampone o proroghe in deroga: serve una visione, un piano operativo e il coraggio di mettere mano a nodi strutturali rimasti troppo a lungo irrisolti.

La città non può permettersi altri weekend con ascensori chiusi, né può accettare che il lavoro venga gestito ai margini della legalità contrattuale.
È tempo di ricostruire fiducia, organizzazione e senso di responsabilità.

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Mario Farneti
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