Ci sono persone che commettono atti indicibili, vergognosi e imperdonabili. E in questo caso, l'uomo, l'orco di questa storia, aveva già delle denunce a suo carico: inspiegabilmente si trovava ancora a piede libero.
Massimiliano Mulas, 45 anni, è stato fermato dopo l'aggressione a una bambina di 11 anni a Mestre. Ma non si tratterebbe di un episodio isolato: già in passato l'uomo era stato coinvolto in casi simili, anche a Perugia.
Nel capoluogo umbro, sei anni fa, Mulas aveva abusato di una ragazza di 14 anni. Quell'episodio rappresentava fino a pochi giorni fa l'unico caso accertato di violenza su minori a suo carico, prima dell'ultimo arresto.
In Veneto, la sua modalità d'azione si sarebbe ripetuta: l'uomo avrebbe adescato la vittima nei pressi della sua abitazione, seguendola fino al portone e agendo mentre tentava di entrare in casa. In passato era stato detenuto nel carcere di Capanne, a Perugia, con l'accusa di molestie su adolescenti e per una condanna definitiva per violenza sessuale. Secondo quanto emerso, la sua permanenza nel penitenziario umbro sarebbe stata legata a più episodi di molestie e aggressioni ai danni di minorenni.
Già condannato a Padova a otto anni per abusi su due studentesse, Mulas è stato ritenuto responsabile anche di un'aggressione in Trentino. In quell'occasione, oltre agli atti sessuali su una turista, le avrebbe sottratto degli effetti personali. Il suo nome è quindi legato a un quadro più ampio di violenze, che si sarebbe esteso nel tempo e nello spazio. Oltre a queste condanne, risulta anche una pena di quattro anni e mezzo scontata per un episodio che unisce rapina e violenza sessuale nella stessa area alpina.
Formalmente residente in Piemonte, l'uomo avrebbe cambiato frequentemente città dopo l'emergenza sanitaria. Secondo il legale Ignazio Ballai, che lo aveva assistito in passato, Mulas sarebbe stato seguito dagli assistenti sociali per un periodo, anche se non sono chiari i dettagli del percorso intrapreso.
Il nuovo caso riguarda una bambina seguita fin dal tragitto in autobus. Secondo le ricostruzioni, Mulas l'avrebbe pedinata fino all'ingresso della palazzina. La giovane, allarmata dalla presenza dell'uomo, aveva chiamato un'amica al telefono, proprio perché si sentiva osservata. Poco dopo, l'aggressione. L'uomo avrebbe atteso che la ragazzina varcasse l'ingresso del condominio per aggredirla.
La reazione dell'amica al telefono è stata immediata: ha allertato i soccorsi. La madre della vittima è arrivata in pochi minuti, così come i carabinieri. L'aggressore era già fuggito, ma sul posto ha lasciato un portafoglio contenente i documenti. Per cercare di eludere la cattura avrebbe anche cambiato abiti, senza successo. Le indagini sono state coordinate dai carabinieri di Mestre, che nel giro di poche ore sono riusciti a identificarlo e a rintracciarlo. Il fermo è scattato nella notte tra giovedì e venerdì, dopo che gli investigatori dell'Arma avevano raccolto sufficienti elementi.
Nella giornata di oggi c'è stato il confronto davanti al giudice. Mulas dovrebbe comparire per l'interrogatorio di garanzia, ma è probabile che, come riferito dal suo difensore, scelga di non rispondere alle domande.