La discussione sulla futura destinazione d’uso degli Arconi di Piazza Grande, in via Baldassini, è entrata in queste settimane in una fase intensa, coinvolgendo istituzioni, associazioni storiche e una parte crescente della cittadinanza. Il progetto di riqualificazione legato al Museo degli Antichi Umbri, che prevede tra le varie funzioni anche la realizzazione di spazi espositivi e di una caffetteria, sta generando un confronto acceso ma complesso, in cui si intrecciano esigenze culturali, aspetti urbanistici e il valore simbolico del luogo per la tradizione ceraiola.

La discussione, nata anni fa durante l’amministrazione Stirati e oggi portata avanti dal sindaco Vittorio Fiorucci, si trova nuovamente al centro dell’attenzione pubblica, anche a seguito dell’avvio di una petizione che sta raccogliendo numerose adesioni.
Secondo quanto illustrato dall’amministrazione comunale, l’intervento sugli Arconi rientra nella più ampia strategia di valorizzazione culturale del centro storico e nel percorso di realizzazione del Museo degli Antichi Umbri, finanziato con un investimento complessivo che supera i 15 milioni di euro.
Il progetto prevede la riorganizzazione degli spazi lungo via Baldassini, con nuove funzioni espositive, percorsi museali e aree di fruizione pubblica. Tra queste anche un punto di ristoro, pensato – come spiegato dall’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Spartaco Capannelli – come uno spazio integrato al percorso museale e non sostitutivo delle attività associative.
Da parte della giunta viene ribadito che la riqualificazione ha ricevuto il via libera della Soprintendenza, e che «l’intervento rientra in una visione complessiva di valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città». L’amministrazione sottolinea inoltre che «il dialogo con tutti i soggetti coinvolti resta aperto».
Da anni gli Arconi sono utilizzati anche dall’Università dei Muratori, storica istituzione cittadina legata alle tradizioni dei Ceri, per eventi, banchetti e iniziative pubbliche. Il sodalizio ha più volte evidenziato la propria preoccupazione riguardo alle nuove destinazioni d’uso, chiedendo chiarimenti su compatibilità, tempi e spazi destinati alla fruizione comunitaria.
Il presidente dell’Università, Giuseppe Allegrucci, aveva chiesto di illustrare direttamente la propria posizione in un’audizione della Prima Commissione Consiliare. La richiesta non è stata accolta, generando ulteriore tensione. Il tema si è intrecciato anche con la sospensione del Tavolo Ceraiolo, episodio che ha contribuito ad alimentare il dibattito.

La novità più rilevante delle ultime ore è la comparsa in città – in esercizi pubblici, negozi e locali – di una petizione rivolta al sindaco Fiorucci, firmata da un gruppo di eugubini e ceraioli e ora aperta alla sottoscrizione pubblica.
Nel testo, già circolato ampiamente, si evidenzia il ruolo che gli Arconi hanno assunto negli ultimi trent’anni come luogo di ospitalità e come spazio di aggregazione durante eventi e ricorrenze cittadine.
La petizione chiede al Comune di:
convocare un’assemblea pubblica,
fornire informazioni dettagliate sul progetto,
chiarire le modalità future di fruizione degli spazi,
ristabilire un confronto aperto e trasparente.
I promotori scrivono: «La comunità si chiede quale sarà il destino di questi spazi e quali funzioni saranno compatibili con l’utilizzo collettivo che gli Arconi hanno avuto per decenni».
L’iniziativa sta riscontrando un’ampia partecipazione, segno di un interesse diffuso per la questione e della volontà di molti cittadini di contribuire al dialogo sulla trasformazione dell’area.
Ciò che emerge con particolare evidenza è che la questione Arconi non riguarda soltanto aspetti tecnici di progettazione o regolamenti museali. Per Gubbio si tratta di uno spazio carico di storia, ritualità e appartenenza, un luogo fisico ma anche simbolico. Per questo il confronto assume toni partecipati e profondi.
Molti cittadini sottolineano la necessità di una soluzione capace di armonizzare innovazione culturale e rispetto delle tradizioni. Altri evidenziano l’importanza di non perdere un’occasione di sviluppo museale. L’elemento comune sembra essere la richiesta generale di coinvolgimento.

Tutti gli attori coinvolti – istituzionali, associativi e civici – sembrano condividere almeno un punto: il bisogno di chiarezza, condivisione e trasparenza sui prossimi passi.
In una fase storica in cui la partecipazione civica cresce e la comunità sente forte il legame con i propri luoghi, la richiesta di un confronto pubblico potrebbe rappresentare un’occasione per ristabilire fiducia, definire un percorso condiviso e dare un futuro agli Arconi che sia coerente con la storia, le esigenze e le prospettive della città.