19 Nov, 2025 - 19:00

Arconi di Piazza Grande: il dibattito si accende a Gubbio tra progetto museale, tradizioni ceraiole e petizione popolare

Arconi di Piazza Grande: il dibattito si accende a Gubbio tra progetto museale, tradizioni ceraiole e petizione popolare

Un confronto sempre più ampio sulla destinazione d’uso di uno dei luoghi simbolo della città

 

La discussione sulla futura destinazione d’uso degli Arconi di Piazza Grande, in via Baldassini, è entrata in queste settimane in una fase intensa, coinvolgendo istituzioni, associazioni storiche e una parte crescente della cittadinanza. Il progetto di riqualificazione legato al Museo degli Antichi Umbri, che prevede tra le varie funzioni anche la realizzazione di spazi espositivi e di una caffetteria, sta generando un confronto acceso ma complesso, in cui si intrecciano esigenze culturali, aspetti urbanistici e il valore simbolico del luogo per la tradizione ceraiola.

La discussione, nata anni fa durante l’amministrazione Stirati e oggi portata avanti dal sindaco Vittorio Fiorucci, si trova nuovamente al centro dell’attenzione pubblica, anche a seguito dell’avvio di una petizione che sta raccogliendo numerose adesioni.

Il progetto e le posizioni del Comune

Secondo quanto illustrato dall’amministrazione comunale, l’intervento sugli Arconi rientra nella più ampia strategia di valorizzazione culturale del centro storico e nel percorso di realizzazione del Museo degli Antichi Umbri, finanziato con un investimento complessivo che supera i 15 milioni di euro.

Il progetto prevede la riorganizzazione degli spazi lungo via Baldassini, con nuove funzioni espositive, percorsi museali e aree di fruizione pubblica. Tra queste anche un punto di ristoro, pensato – come spiegato dall’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Spartaco Capannellicome uno spazio integrato al percorso museale e non sostitutivo delle attività associative.

Da parte della giunta viene ribadito che la riqualificazione ha ricevuto il via libera della Soprintendenza, e che «l’intervento rientra in una visione complessiva di valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città». L’amministrazione sottolinea inoltre che «il dialogo con tutti i soggetti coinvolti resta aperto».

Le perplessità dell’Università dei Muratori

Da anni gli Arconi sono utilizzati anche dall’Università dei Muratori, storica istituzione cittadina legata alle tradizioni dei Ceri, per eventi, banchetti e iniziative pubbliche. Il sodalizio ha più volte evidenziato la propria preoccupazione riguardo alle nuove destinazioni d’uso, chiedendo chiarimenti su compatibilità, tempi e spazi destinati alla fruizione comunitaria.

Il presidente dell’Università, Giuseppe Allegrucci, aveva chiesto di illustrare direttamente la propria posizione in un’audizione della Prima Commissione Consiliare. La richiesta non è stata accolta, generando ulteriore tensione. Il tema si è intrecciato anche con la sospensione del Tavolo Ceraiolo, episodio che ha contribuito ad alimentare il dibattito.

La petizione dei cittadini: un segnale forte della comunità

La novità più rilevante delle ultime ore è la comparsa in città – in esercizi pubblici, negozi e locali – di una petizione rivolta al sindaco Fiorucci, firmata da un gruppo di eugubini e ceraioli e ora aperta alla sottoscrizione pubblica.

Nel testo, già circolato ampiamente, si evidenzia il ruolo che gli Arconi hanno assunto negli ultimi trent’anni come luogo di ospitalità e come spazio di aggregazione durante eventi e ricorrenze cittadine.

La petizione chiede al Comune di:

  • convocare un’assemblea pubblica,

  • fornire informazioni dettagliate sul progetto,

  • chiarire le modalità future di fruizione degli spazi,

  • ristabilire un confronto aperto e trasparente.

I promotori scrivono: «La comunità si chiede quale sarà il destino di questi spazi e quali funzioni saranno compatibili con l’utilizzo collettivo che gli Arconi hanno avuto per decenni».

L’iniziativa sta riscontrando un’ampia partecipazione, segno di un interesse diffuso per la questione e della volontà di molti cittadini di contribuire al dialogo sulla trasformazione dell’area.

Un dibattito identitario, non solo urbanistico

Ciò che emerge con particolare evidenza è che la questione Arconi non riguarda soltanto aspetti tecnici di progettazione o regolamenti museali. Per Gubbio si tratta di uno spazio carico di storia, ritualità e appartenenza, un luogo fisico ma anche simbolico. Per questo il confronto assume toni partecipati e profondi.

Molti cittadini sottolineano la necessità di una soluzione capace di armonizzare innovazione culturale e rispetto delle tradizioni. Altri evidenziano l’importanza di non perdere un’occasione di sviluppo museale. L’elemento comune sembra essere la richiesta generale di coinvolgimento.

Verso un dialogo costruttivo

Tutti gli attori coinvolti – istituzionali, associativi e civici – sembrano condividere almeno un punto: il bisogno di chiarezza, condivisione e trasparenza sui prossimi passi.

In una fase storica in cui la partecipazione civica cresce e la comunità sente forte il legame con i propri luoghi, la richiesta di un confronto pubblico potrebbe rappresentare un’occasione per ristabilire fiducia, definire un percorso condiviso e dare un futuro agli Arconi che sia coerente con la storia, le esigenze e le prospettive della città.

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Mario Farneti
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