Appalti pubblici, dossier caldo dell’estate ternana. Dopo settimane di polemiche sugli affidamenti e sull’uso del criterio del massimo ribasso, Provincia e Comune di Terni hanno convocato a Palazzo Spada un incontro con sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali. Non tutti i Comuni hanno risposto all’appello - alcuni hanno scelto di disertare la riunione per ragioni politiche - ma la prima sessione di lavoro ha comunque segnato un passo avanti nel percorso di confronto e mediazione.
La riunione si è conclusa con un esito interlocutorio, preludio a un nuovo appuntamento già fissato per l’8 ottobre, che avrà un taglio più tecnico e operativo. Al tavolo erano presenti le principali sigle datoriali e sindacali - da Ance a Confapi, passando per Confartigianato e Confcooperative, insieme all’Ordine dei Geometri. L’assenza di altri ordini professionali non ha impedito di avviare una discussione ampia e concreta, nel tentativo di individuare soluzioni condivise per la gestione delle gare pubbliche.
Il cuore del dibattito resta la scelta tra due modelli: da una parte l’offerta al massimo ribasso, che resta vincolata alla normativa vigente; dall’altra, l’offerta economicamente più vantaggiosa, che consentirebbe di introdurre criteri premiali a beneficio delle imprese locali.
L’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Maggi ha ricordato che l’amministrazione comunale si è sempre mossa nel pieno rispetto della legge: “Lavoriamo all’acquisizione di proposte tecniche migliorative per la gestione degli appalti nel rispetto delle norme, con l’ottica di valorizzare e premiare le imprese del territorio, anche se finora abbiamo operato in questa direzione rispettando la legislazione”.
Un’apertura che mira a coinvolgere attivamente gli attori economici, senza compromettere i principi di concorrenza e trasparenza. Per Maggi, infatti, “ogni aspetto migliorativo può essere preso in considerazione per sostenere l’attività delle aziende del ternano, purché coerente con la normativa nazionale”.
La prospettiva è quella di distinguere chiaramente i due ambiti normativi: uno per i lavori pubblici e uno per i servizi, così da poter calibrare gli strumenti più efficaci in base alle diverse tipologie di appalti.
Accanto a Maggi, il vicepresidente della Provincia Francesco Maria Ferranti ha rimarcato l’importanza del metodo adottato: “La collaborazione e il confronto su temi così importanti fra istituzioni, mondo delle imprese, sindacati e associazioni di categoria – ha dichiarato – sono determinanti per dare un impulso positivo al rilancio del tessuto economico ed occupazionale del nostro territorio”.
Un concetto ribadito anche attraverso la decisione di istituire un gruppo di lavoro congiunto, coordinato dallo stesso Ferranti e dall’assessore Maggi, insieme ai rappresentanti di imprese, sindacati e associazioni. Il compito del nuovo organismo sarà quello di elaborare proposte concrete, valutare l’impatto delle diverse formule di affidamento e formulare indirizzi operativi utili per le future gare pubbliche.
La convocazione per l’8 ottobre rappresenta dunque il prossimo snodo del percorso. Sarà il momento in cui tradurre le posizioni politiche e le aperture emerse in ipotesi operative, capaci di bilanciare trasparenza, rispetto delle norme e tutela del tessuto economico locale.
Comune e Provincia rivendicano il lavoro svolto finora, sottolineando come le procedure abbiano rispettato la cornice legislativa nazionale. Al tempo stesso, lasciano aperta la porta a un’evoluzione dei criteri di gara, nella consapevolezza che la valorizzazione delle imprese umbre non possa prescindere da regole certe e condivise.
Il confronto sugli appalti pubblici diventa così un banco di prova non solo per le amministrazioni locali, ma anche per la capacità del territorio di costruire una governance partecipata e moderna. Una sfida che mette insieme legalità, competitività e sviluppo, e che a Terni ha appena iniziato a scrivere un nuovo capitolo.