09 Sep, 2025 - 15:56

Caos nel Pd ternano: la Commissione boccia l’elezione di Spinelli

Caos nel Pd ternano: la Commissione boccia l’elezione di Spinelli

La Commissione di Garanzia regionale del Partito Democratico umbro ha dichiarato nulla l’elezione di Pierluigi Spinelli a segretario provinciale del PD di Terni, accogliendo il ricorso presentato dalla componente ‘Passione Democratica’.

La decisione conferma le accuse avanzate dai ricorrenti sulla regolarità del voto. Secondo ‘Passione Democratica’, l’assemblea congressuale si era svolta “senza l’opportuna maggioranza” dei delegati.

Il documento ufficiale della Commissione di Garanzia è atteso a breve e fornirà i dettagli tecnici del verdetto; intanto si parla già di una possibile ripetizione del voto locale.

Fonti interne segnalano che il vertice PD regionale vorrebbe evitare una riedizione della candidatura di Spinelli, affidando al segretario regionale Damiano Bernardini il compito di gestire l’impasse aprendosi al confronto fra le diverse anime del partito.

Non è escluso che anche la mozione di minoranza ‘Casa Democratica’, schierata con Spinelli, possa appellarsi in appello alla Commissione nazionale del partito.

La Commissione annulla l’elezione di Pierluigi Spinelli a Terni

La storia è iniziata il 10 luglio 2025, quando l’assemblea provinciale del PD di Terni ha votato il nuovo segretario dopo le dimissioni del precedente. Spinelli, espressione della mozione di minoranza “Casa Democratica”, era rimasto l’unico candidato in corsa dopo che il suo sfidante designato – il sindaco Damiano Bernardini – era diventato segretario regionale del PD Umbria.

Quell’assemblea si era conclusa con una proclamazione “scontata” (Spinelli ottenuto il 93% dei voti espressi), ma immediatamente era scoppiato uno scontro politico interno.

I rappresentanti di “Passione Democratica” (la corrente maggioritaria regionale) avevano infatti presentato ricorso agli organismi interni, denunciando che a votare erano intervenuti solo 36 delegati su 80 e che i voti validi furono 34 a favore di Spinelli e 2 schede bianche.

Secondo la loro interpretazione, questo risultato “non si avvicina nemmeno lontanamente” alla maggioranza qualificata di 41 voti necessaria per eleggere il segretario. In effetti, scriveva la mozione Passione Democratica, erano state ritirate in tutto 36 schede (di cui 2 bianche) per un totale di 34 voti validi a favore di Spinelli. Per questi dirigenti il voto si era svolto senza controllare il numero legale dei presenti, lasciando a giudicare i garanti la legittimità formale dell’assemblea.

Perché il congresso provinciale del Pd viene contestato

Dietro la contesa emerge un quadro di tensioni tra le correnti umbre del PD. Alle ultime primarie regionali del giugno 2025 la mozione “Passione Democratica” (a sostegno di Sandro Pasquali) aveva raccolto il 61% dei consensi in Umbria, contro il 39% della mozione minoritaria “Casa Democratica” (di Carlo Trappolino).

Curiosamente, in provincia di Terni il risultato era stato quasi in parità: la competizione congressuale aveva assegnato 40 delegati a ciascuna corrente, separati da soli tre voti (516 per Spinelli, 513 per Bernardini). Questo equilibrio politico aveva motivato le richieste di rinvio avanzate da Passione Democratica, che auspicava l’individuazione di un candidato unitario alternativo.

I dirigenti di Passione, tra cui lo stesso Bernardini (allora sindaco di Baschi e oggi segretario regionale), avevano quindi disertato l’assemblea di luglio contestandone l’opportunità e la regolarità. Anche la mozione ‘Casa Democratica’ ha replicato per iscritto, difendendo la regolarità dell’assemblea e richiamando il regolamento congressuale: in caso di ballottaggio – spiegavano – è sufficiente la maggioranza dei voti validi (non un quorum sull’elettorato complessivo), quindi per loro “bastava la proclamazione a segretario” di Spinelli, unico candidato rimasto.

Lo scontro tra Passione Democratica e Casa Democratica

Il ricorso ha dunque accentuato lo scontro politico. Passione Democratica sostiene che i numeri dell’assemblea non siano stati rispettati e che la candidatura di Spinelli non fosse sostenuta da un consenso reale.

Casa Democratica, invece, ribadisce la legittimità della procedura e accusa la maggioranza di boicottaggio. Il clima interno al PD ternano resta quindi tesissimo, con un partito che rischia di apparire paralizzato e diviso agli occhi degli elettori. Sullo sfondo pesa la prospettiva di nuove sfide elettorali, che richiederebbero una guida stabile e riconosciuta.

Il ruolo di Damiano Bernardini nella gestione della crisi

La decisione della Commissione regionale assegna ora a Damiano Bernardini, segretario regionale del PD e figura di equilibrio tra le diverse correnti, il compito di gestire la fase di stallo.

Bernardini ha già annunciato la volontà di aprire un tavolo di confronto ampio, che consenta di ricucire le fratture e individuare una leadership condivisa per la federazione ternana. L’orientamento dei vertici umbri sembra quello di escludere una nuova candidatura di Spinelli, puntando invece su un profilo di sintesi che possa evitare ulteriori ricorsi e garantire una guida stabile.

Cosa succede ora nel Pd di Terni dopo il verdetto

La possibilità più concreta è quella di un congresso bis, con la presentazione di nuove candidature e un confronto più trasparente tra le diverse anime. Non è però escluso che Casa Democratica scelga la strada del ricorso alla Commissione nazionale del partito, chiedendo un pronunciamento definitivo.

Il rischio è che la contesa congressuale, se non gestita, possa indebolire ulteriormente la credibilità del partito a livello locale e alimentare la sfiducia degli elettori.

AUTORE
foto autore
Francesca Secci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE