16 Jul, 2025 - 17:30

Angelantoni Life Science, i 55 dipendenti da due mesi senza stipendio aspettano il confronto con la proprietà cinese

Angelantoni Life Science, i 55 dipendenti da due mesi senza stipendio aspettano il confronto con la proprietà cinese

L’attesa è finita. Dopo mesi di silenzi e incertezza, venerdì 18 luglio si terrà l’incontro decisivo tra istituzioni umbre, organizzazioni sindacali e la proprietà cinese della Angelantoni Life Science (Als), storica azienda biomedicale di Massa Martana che da settimane versa in uno stato di paralisi produttiva. I 55 dipendenti non ricevono stipendio da due mesi e, senza segnali chiari, la sopravvivenza del sito appare sempre più a rischio.

L’incontro, atteso da settimane, metterà finalmente faccia a faccia Regione, Comune e sindacati con i rappresentanti della Antolin Life Science Zhejiang Co. Ltd, gruppo cinese subentrato nel 2021 con la promessa di rilanciare l’azienda. Ma da allora, i contatti si sono diradati, la produzione si è arrestata e la tensione è cresciuta.

Una vertenza industriale che si trascina: “Vogliamo chiarezza o sarà troppo tardi”

Il punto sulla situazione è stato fatto nell’assemblea del 15 luglio tenutasi presso lo stabilimento, con la partecipazione dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Francesco De Rebotti, del sindaco di Massa Martana, Francesco Federici, e dei vertici sindacali: Simone Pampanelli per la Cgil di Perugia e Nico Malossi per la Fiom Cgil.

“Abbiamo avviato interlocuzioni con la proprietà -ha dichiarato De Rebotti -ma a oggi servono risposte precise e concrete. La fabbrica è ferma, i lavoratori sono senza salario, e il sito rischia di spegnersi senza un intervento immediato. Chiediamo che vengano chiarite le intenzioni industriali e finanziarie della proprietà”.

L’assessore ha poi ribadito l’impegno della Regione, ma ha posto l’accento sulla necessità di un’azione decisa da parte del gruppo cinese: “Senza un forte impulso da parte loro, non ci sono margini. È una realtà strategica per l’Umbria e per l’intero comparto biomedicale”.

Sindacati uniti: “Difendiamo le competenze e il futuro del territorio”

“Siamo al secondo mese senza stipendio -ha sottolineato Malossi- e i lavoratori, pur tra mille difficoltà, stanno cercando di mantenere vivo un patrimonio industriale di alto livello. Ma ora è necessario che la proprietà chiarisca le proprie intenzioni: vuole davvero rilanciare la Als o si sta semplicemente prendendo tempo?”

Il sito di Massa Martana è uno dei pochi nel Centro Italia specializzati nel settore biomedicale, con produzioni e tecnologie impiegate in tutto il mondo. Il rischio di chiusura non riguarda solo i 55 posti di lavoro, ma l’intero indotto e una filiera strategica per la ricerca e la sanità.

Anche Simone Pampanelli ha espresso preoccupazione: “Qui non sono in gioco solo diritti e salari, ma la capacità del nostro territorio di produrre valore aggiunto. Salvare la Als significa garantire un futuro industriale a questa parte dell’Umbria”.

L’appello della politica: “Il sito va salvato, senza ambiguità”

Tra i più attivi nel seguire la vicenda c’è anche il consigliere regionale Francesco Filipponi (Pd), presente allo sciopero del 10 giugno: “L’Angelantoni rappresenta un’eccellenza che non possiamo permetterci di perdere. Serve chiarezza dalla proprietà e un piano concreto per la salvaguardia del sito. Le istituzioni hanno fatto la loro parte, ora tocca a chi detiene il controllo della società dare risposte”.

Filipponi ha poi espresso vicinanza ai lavoratori: “Stanno affrontando con dignità una crisi che non hanno causato. Meritano rispetto e certezze. Venerdì ci aspettiamo aggiornamenti concreti e non dichiarazioni di facciata”.

Il 18 luglio come spartiacque per l’Angelantoni Life Science

L’incontro di venerdì si annuncia come un passaggio cruciale. Da una parte, un’azienda ferma, con maestranze qualificate e una lunga tradizione di innovazione; dall’altra, una proprietà straniera che finora non ha dimostrato una presenza stabile né un chiaro piano industriale.

I lavoratori, le famiglie e le istituzioni aspettano risposte. La vertenza AngelantoniLS non è solo una questione locale: è lo specchio di una crisi più ampia che attraversa l’industria italiana, dove i capitali internazionali entrano facilmente, ma troppo spesso escono senza lasciare sviluppo.

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Federico Zacaglioni
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