Doveva essere una tranquilla domenica di sport all’aria aperta, invece si è trasformata in una corsa contro il tempo. Ieri mattina ad Amelia, all’interno del Parco di San Silvestro, in località Fornole, un biker è rimasto seriamente ferito dopo una violenta caduta lungo uno dei sentieri più frequentati dagli appassionati di mountain bike. Una dinamica improvvisa, avvenuta in un tratto del percorso generalmente considerato sicuro, ma che in pochi istanti ha richiesto l’intervento coordinato di più squadre di soccorso.
Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo stava percorrendo un sentiero sterrato quando ha perso il controllo della bicicletta, finendo rovinosamente a terra. Il trauma è stato immediatamente evidente: impossibilitato a muoversi, è riuscito comunque a effettuare la chiamata di emergenza al 118, descrivendo la zona in cui si trovava. Da lì è scattata la macchina dei soccorsi. La centrale operativa ha immediatamente attivato il Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (Sasu), inviando contestualmente anche l’elisoccorso.
Le ricerche non sono state semplici: l’area boschiva del parco, vasta e articolata, rende spesso difficile la localizzazione precisa di chi si trova in difficoltà. Decisivo è stato il supporto dei carabinieri e dei vigili del fuoco, che hanno contribuito a individuare il biker tramite coordinate e riferimenti ambientali forniti via telefono. Una volta raggiunto, i tecnici del Sasu lo hanno stabilizzato riscontrando diversi traumi al bacino, quindi lo hanno immobilizzato sulla barella. Le condizioni del terreno hanno reso necessario il recupero con verricello, operazione eseguita dall’equipaggio dell’elisoccorso, che ha poi trasportato il ferito all’ospedale di Terni, dove è stato affidato alle cure dei sanitari.
Un episodio che riaccende i riflettori sul tema della sicurezza durante le attività outdoor e sulle difficoltà che i soccorritori affrontano quotidianamente nel territorio umbro, caratterizzato da aree boschive, sentieri scoscesi e zone non sempre facilmente raggiungibili.
Ma quello di Amelia non è stato l’unico episodio a richiedere l’immediata attivazione del Sasu. Il fine settimana, infatti, è stato segnato da una serie di interventi in diverse zone della regione.
Sabato, nella zona di Macerino, nel comune di Spoleto, un padre e un figlio impegnati nella ricerca di funghi hanno perso l’orientamento. Una situazione che, con le temperature rigide e la vegetazione fitta, avrebbe potuto degenerare rapidamente. Grazie alla geolocalizzazione attivata tramite il sistema in dotazione al Sasu, le squadre di ricerca sono riuscite a individuare i due dispersi e a raggiungerli in tempi brevi, riportandoli in sicurezza a valle.
Ieri pomeriggio invece, nelle campagne di Lisciano Niccone, nei pressi di Gosparini, un cacciatore ha accusato un grave malore mentre si trovava da solo. Anche in questo caso è stata fondamentale la collaborazione tra sanitari del 118 e tecnici del soccorso alpino, che per diversi minuti hanno alternato manovre di rianimazione fino all’arrivo dell’elisoccorso. L’uomo è stato trasportato in condizioni critiche all’ospedale di Perugia.
Tre interventi diversi, accomunati dalla rapidità con cui il Sasu ha operato e dalla complessità del terreno su cui le squadre si sono trovate ad agire. Un quadro che conferma ancora una volta quanto la presenza di un servizio di soccorso specializzato sia essenziale in una regione come l’Umbria, dove l’escursionismo, il ciclismo e le attività outdoor attirano ogni anno migliaia di appassionati.
Il Sasu - Soccorso Alpino e Speleologico Umbria è una struttura operativa composta da tecnici altamente specializzati nella gestione delle emergenze in ambiente impervio. La sua attività è parte integrante del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), riconosciuto come servizio di pubblica utilità e integrato nel sistema nazionale di protezione civile. La sua missione principale è intervenire in tutte le situazioni in cui le normali strutture di emergenza - come ambulanze o squadre dei vigili del fuoco - non riescono a operare a causa della difficoltà del terreno o della scarsa accessibilità.
In Umbria, regione per lo più collinare e ricca di aree boschive, il ruolo del Sasu è fondamentale. I tecnici, selezionati attraverso percorsi di formazione severi, sono specializzati in discipline come l’alpinismo, il soccorso sanitario, la speleologia, le manovre su corda e il recupero in parete. Ogni intervento viene svolto con equipaggiamenti specifici, elicotteri dotati di verricello e dispositivi di geolocalizzazione che consentono di individuare i dispersi in aree prive di riferimenti o di segnale telefonico.
Il Sasu opera 24 ore su 24 e interviene su attivazione del 118, spesso in sinergia con carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile. Le situazioni in cui viene chiamato sono tra le più varie: dalle cadute in montagna alle ricerche di escursionisti, dai malori nei boschi ai recuperi di cacciatori o sportivi in zone impervie, fino alle emergenze speleologiche.