19 Mar, 2025 - 20:53

Amanda Knox, la battaglia per rifarsi una vita (e scrive un'autobiografia)

Amanda Knox, la battaglia per rifarsi una vita (e scrive un'autobiografia)

 

Amanda Knox torna a parlare della sua vita in un’autobiografia dal titolo Free: My Search for Meaning, in uscita il 25 marzo. Nel libro affronta il difficile percorso che ha seguito dopo essere stata al centro di uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi decenni.

Nel 2007 era finita sotto accusa, insieme all’allora fidanzato Raffaele Sollecito, per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia. Dopo una condanna iniziale nel 2009, venne poi assolta nel 2011. Nonostante il verdetto finale abbia sancito la sua innocenza, il peso di quell’accusa non l’ha mai abbandonata.

Il ritorno alla normalità impossibile

Dopo quattro anni dietro le sbarre in Italia, Amanda Knox voleva solo tornare a Seattle e sparire dai radar. Ma la normalità era ormai un lusso fuori portata.

In un’intervista a People, ha raccontato come la sua esistenza sia rimasta incatenata a quella vicenda. "Non solo per i paparazzi appostati ovunque o per le minacce di morte - ha spiegato - ma perché ero quella ragazza. Quella dell'omicidio. Quella che, nel bene e nel male, resterà per sempre legata a quella storia".

Se il carcere l’aveva privata della libertà, il mondo fuori non è stato più clemente. Anche il matrimonio con Chris Robinson è diventato un circo mediatico, con i fotografi pronti a immortalare ogni dettaglio. Quando è rimasta incinta della figlia Eureka, la paranoia è esplosa. "Non volevo che il primo titolo sul suo conto fosse qualcosa del tipo: 'Amanda Knox ha una figlia... e Meredith invece no'". Il giudizio della gente è una sentenza che non prevede appello.

Un'ombra che non si dissolve

Gli anni passano, ma l'ombra di Perugia resta attaccata al suo nome come un marchio impossibile da cancellare. "C'è sempre questa specie di sentenza non scritta, come se il solo fatto che io esista fosse un insulto alla memoria di Meredith".

Nel libro racconta quanto quella perdita l’abbia segnata, ma in un modo diverso da come molti immaginano. Non un peso da espiare, non una maledizione da portare sulle spalle, ma un legame che continua in una forma inaspettata. "Non è il fantasma cupo che la gente pensa. È una presenza gentile, che mi ricorda ogni giorno quanto sia prezioso essere viva e quanto sia un privilegio poter ancora lottare per la mia vita".

Amanda Knox, una lotta che continua

Oggi Amanda Knox è scrittrice, giornalista e attivista, eppure il passato le tiene ancora il fiato sul collo. "Due ragazze partirono per studiare a Perugia nel 2007. Una sola tornò a casa. È come se il destino avesse lanciato una moneta e io fossi rimasta in piedi. Per questo sento di dover dare un senso a tutto questo".

Quattro anni di carcere e una guerra legale per dimostrare di non essere un’assassina l’hanno segnata per sempre. Ma la libertà, quella vera, è un’altra storia. Ancora oggi c’è chi le ricorda che il suo nome è inciso a fuoco accanto a quello di Meredith. "Capisco perché per molti io resterò per sempre parte di quella tragedia. Per loro, la mia esistenza e la sua morte saranno sempre intrecciate. Ma so che la mia battaglia non è finita".

Conferma della condanna per calunnia

Il 23 gennaio 2025, la Corte di Cassazione italiana ha confermato la condanna a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, ex datore di lavoro di Knox. Nel 2007, durante le indagini sull'omicidio di Kercher, Knox aveva accusato ingiustamente Lumumba, che fu successivamente scagionato. Nonostante le sue dichiarazioni riguardo alle pressioni subite durante gli interrogatori, la condanna è stata resa definitiva. 

In seguito alla conferma della condanna, Knox ha espresso profonda delusione e frustrazione. In un'intervista, ha dichiarato: "Mi sento schiacciata dal fatto che l'Italia abbia cementato una menzogna", sottolineando come questa decisione mantenga una macchia permanente sul suo casellario giudiziario nel paese.

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Francesca Secci
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