Gli apicoltori umbri segnalano una diminuzione significativa degli alveari, con dati che si discostano nettamente dalla media nazionale. Il quadro è stato presentato a Foligno, in occasione dell’11esimo forum degli apicoltori del Mediterraneo, ospitato all’interno di Mielinumbria.
A illustrare la situazione dell’apicoltura regionale è stato Beniamino Romildo, presidente dell’associazione Naturalmiele, che ha messo in fila i dati raccolti nell’ultimo anno. Nel 2024, rispetto al 2023, in Umbria si è registrato un calo del 9% degli alveari, a fronte di una media nazionale dell’1,5%. Numeri che, secondo quanto spiegato, non risultavano finora nelle serie storiche del comparto regionale.
Nel suo intervento Romildo ha sottolineato che il fenomeno viene ricondotto sia agli eventi climatici sia agli effetti delle attività umane sull’ambiente, con ricadute dirette sulla sopravvivenza delle colonie. "Per la nostra regione il forte decremento evidenziato nel 2024, un calo del 9% rispetto al 2023, contro la media nazionale dell'1,5%, non si era mai registrato", ha dichiarato. "Considerando che gli apicoltori umbri, sempre per lo stesso periodo, sono aumentati del 3% circa, contro il dato nazionale dell'1,25%, determinando quindi un allargamento della forbice della perdita degli alveari. Si tratta quindi" - ha aggiunto - "di un dato che stiamo monitorando con grande attenzione. Le associazioni stanno seguendo l'andamento per capire se si tratta di un calo occasionale o di una tendenza stabile".
Il presidente di Naturalmiele ha posto l’accento anche sull’aumento degli operatori del settore: nel 2024 gli apicoltori umbri sono cresciuti di circa il 3%, contro una media nazionale dell’1,25%. Il confronto tra le due dinamiche – crescita del numero di apicoltori e riduzione degli alveari – è uno degli elementi su cui le associazioni stanno concentrando l’analisi.
I dati sono stati presentati durante l’11esimo forum degli apicoltori del Mediterraneo, organizzato a Foligno nell’ambito di Mielinumbria. Per due giorni la città umbra ha ospitato un programma di incontri dedicato al mondo delle api, con uno spazio specifico per la sostenibilità e la cooperazione tra i Paesi che affacciano sul bacino mediterraneo.
Alla sessione inaugurale hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni e delle principali associazioni apistiche italiane e straniere, insieme alle delegazioni arrivate da una decina di Paesi, tra cui Marocco, Algeria, Egitto, Palestina, Giordania, Siria, Libano e Iraq. La prima giornata dei lavori è stata focalizzata sugli impatti ambientali che incidono sull’apicoltura e sulla gestione produttiva degli alveari, con interventi di produttori, ricercatori ed esperti del settore. L’appuntamento di Foligno ha permesso di mettere a confronto esperienze diverse ma segnate da criticità simili, legate in particolare alle trasformazioni climatiche e alle modifiche degli equilibri naturali che interessano il Mediterraneo.
Dalle sessioni del forum è emersa la volontà di proseguire con un monitoraggio costante dei fenomeni che stanno interessando gli alveari, sia in Umbria che negli altri Paesi presenti all’iniziativa. Le associazioni apistiche hanno ribadito l’importanza di raccogliere dati omogenei e confrontabili, per capire se il calo osservato nel 2024 rappresenti un episodio circoscritto o l’avvio di una fase più duratura.
Mielinumbria e il Forum del Mediterraneo si confermano così come luogo di confronto per produttori, tecnici e istituzioni, chiamati a condividere strumenti e conoscenze. La collaborazione tra i diversi attori del settore e tra le realtà dei vari Paesi è indicata come una delle leve principali per individuare strategie comuni e misure efficaci a tutela degli alveari e dell’apicoltura nell’area mediterranea, mentre in Umbria il comparto continua a seguire con attenzione l’evoluzione dei dati registrati negli ultimi mesi.