22 Sep, 2025 - 15:48

Allarme degrado nei canili italiani, nuovo caso nell'Alto Tevere: recinzioni arrugginite e animali in pericolo, Stop Animal Crimes lancia l'allarme

Allarme degrado nei canili italiani, nuovo caso nell'Alto Tevere: recinzioni arrugginite e animali in pericolo, Stop Animal Crimes lancia l'allarme

Le guardie zoofile di Stop Animal Crimes Italia hanno reso pubblico un rapporto estremamente preoccupante sulle condizioni di un canile nell’Alto Tevere. Il sopralluogo, effettuato a marzo ma divulgato solo di recente, ha documentato una struttura in grave stato di degrado: recinzioni arrugginite, lamiere taglienti, box allagati e soluzioni improvvisate per contenere gli animali. I cani presentavano evidenti segni di trascuratezza, tra cui pelo sporco e arruffato, unghie eccessivamente lunghe, ferite non curate ed escrescenze cutanee, a conferma di una gestione inadeguata che non garantisce nemmeno i più elementari standard di benessere, sicurezza e salute degli animali.

Struttura fatiscente e rischi per gli animali

Il sopralluogo ha messo in luce un quadro allarmante, con condizioni ambientali e strutturali ritenute gravemente inadeguate. Le recinzioni apparivano rinforzate in modo approssimativo, con blocchi di cemento e materiali deteriorati che non garantivano sicurezza né stabilità. I box mostravano infiltrazioni d’acqua, igiene carente e pavimentazioni prive di un adeguato sistema di drenaggio, favorendo ristagni e cattive condizioni microclimatiche.

Le aree comuni risultavano anguste e insufficienti a consentire un normale movimento e lo sgambamento degli animali, incidendo negativamente sulla loro salute fisica e sul benessere comportamentale. Le guardie zoofile hanno inoltre riscontrato criticità di natura sanitaria: ferite non trattate, possibili infestazioni parassitarie e una gestione alimentare non sempre calibrata sulle esigenze nutrizionali dei singoli esemplari.

Interventi strutturali e criticità croniche

A seguito delle segnalazioni, il Comune ha stanziato 40.000 euro per interventi urgenti volti alla messa in sicurezza della struttura e al miglioramento dei box. Tuttavia, Stop Animal Crimes richiama l’attenzione su un problema sistemico: la stessa struttura era già stata temporaneamente chiusa in passato, e segnalazioni analoghe avevano portato all’avvicendamento di gestori. Nonostante ciò, secondo il rapporto, i miglioramenti concreti sono stati scarsi: permangono situazioni di incuria e rischio, segno che gli interventi emergenziali, pur necessari, non bastano.

Cause strutturali e ostacoli normativi

Nel comunicato diffuso dall’associazione si denunciano ostacoli amministrativi, bandi pubblici poco trasparenti e rendite di posizione che avvantaggiano gestori con scarso controllo esterno. Le ASL veterinarie, pur formalmente responsabili delle ispezioni e della vigilanza, risultano talvolta inefficaci a causa di carenze di risorse, personale o volontà amministrativa. Anche la recente riforma “animalista”, scrivono i firmatari, appare insufficiente se non accompagnata da veri investimenti strutturali, controlli regolari e responsabilità concrete per chi gestisce queste strutture senza rispettare norme etologiche e sanitarie.

Vigilanza civica e prospettive di miglioramento

L'associazione ribadisce il proprio impegno nella vigilanza, avvalendosi dei poteri conferiti dalla legge come pubblici ufficiali e agenti di polizia giudiziaria. Stop Animal Crimes auspica una collaborazione reale con le istituzioni, affinché i canili diventino luoghi sicuri, rispettosi della dignità degli animali e della normativa vigente.

Tra le richieste principali dell’associazione:

  • ricognizione indipendente delle condizioni dei canili comunali e pubblici;

  • criteri obbligatori di benessere animale nei contratti di gestione;

  • maggiore incisività delle ASL veterinarie, con ispezioni regolari e sanzioni efficaci;

  • coinvolgimento di associazioni animaliste nella supervisione delle strutture.

Il messaggio alle comunità locali

La vicenda dell’Alto Tevere non deve essere letta come episodio isolato, ma come sintomo di problemi organizzativi e gestionali radicati nel sistema dei canili italiani. Stop Animal Crimes rivolge un appello preciso: servono sinergie operative fra istituzioni, ASL veterinarie, autorità giudiziarie, enti gestori e volontariato, oltre a procedure di gara trasparenti e criteri di gestione che includano obblighi di benessere animale verificabili.

Gli interventi emergenziali - pur necessari - non bastano: occorrono investimenti strutturali, ispezioni periodiche indipendenti e sanzioni effettive per chi non rispetta gli standard etologici e sanitari. Solo attraverso questa combinazione di controllo, risorse e partecipazione civica i canili potranno diventare ambienti sicuri, rispettosi della dignità degli animali e sostenibili per le comunità che li ospitano.

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Francesco Mastrodicasa
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