Sabato 25 ottobre a Pian delle Macinare una giornata gratuita per famiglie e bambini. Dalla biologia alla leggenda, il lupo torna protagonista nel cuore dell’Umbria.
Un pomeriggio tra natura, storia e scienza: sabato 25 ottobre alle ore 14, a Pian delle Macinare (Monte Cucco), si terrà una passeggiata naturalistica gratuita dedicata al lupo appenninico, aperta a famiglie, adulti, bambini e appassionati del paesaggio.

L’evento, intitolato “Il lupo oggi, tra mito e realtà”, rientra nel progetto “Passaggio a Nordest. Arte, Storia e paesaggio nelle terre di Francesco – MeTU – Memorie e Territori Umbri”, ed è promosso dal Comune di Costacciaro con il contributo della Regione Umbria, in collaborazione con lo Studio Naturalistico Hyla, che guiderà l’escursione.
L’esperienza avrà una durata di circa due ore e non richiederà particolari competenze escursionistiche. Grazie ad attività ludico-didattiche e laboratoriali, i partecipanti impareranno a riconoscere:
Gli esperti condurranno i partecipanti in un viaggio nella biologia, ecologia ed etologia di una specie spesso raccontata in modo distorto. “Il lupo è ancora vittima di stereotipi e paure ancestrali” spiegano i naturalisti, “ma svolge un ruolo essenziale negli equilibri dell’ecosistema appenninico”.
Il Canis lupus italicus, noto come lupo appenninico, è una sottospecie endemica dell’Italia peninsulare. Un tempo diffuso lungo tutta la dorsale appenninica e nelle aree collinari, è stato pesantemente perseguitato per secoli.
Tra XIX e XX secolo, nelle regioni dell’Umbria e delle Marche, la specie fu considerata “nociva” e vittima di battute di caccia, veleno e trappole. Negli anni '70 era quasi estinta, con appena 100 individui stimati su tutto l’Appennino.
La svolta avvenne nel 1971, quando il lupo fu riconosciuto come specie protetta. Da lì iniziò il lento recupero: prima in Abruzzo e Lazio, poi nuovamente in Umbria, Marche e Toscana.
Oggi, secondo i dati ISPRA, la popolazione italiana è stimata tra 3300 e 3600 individui, con un nucleo stabile nel Parco del Monte Cucco, parte integrante dei corridoi ecologici dell’Appennino umbro-marchigiano.

La scelta di collegare il progetto al ciclo “Fratello Lupo” non è casuale. Il percorso culturale intreccia natura e spiritualità, facendo riferimento alla figura di San Francesco d’Assisi e alla celebre legenda del lupo di Gubbio, simbolo di riconciliazione tra uomo e natura.
“Parlare di lupo nel territorio umbro significa esplorare non solo l’ecologia, ma anche le radici culturali e spirituali del nostro territorio”, spiegano gli organizzatori.
Al termine della giornata verrà consegnato un kit didattico, un piccolo manuale del naturalista pensato per bambini e famiglie, con suggerimenti su come riconoscere tracce, segni di presenza e comportamenti del lupo in natura.
La passeggiata del 25 ottobre è il primo appuntamento del ciclo “Fratello Lupo”, che proseguirà sabato 7 dicembre a Costacciaro con l’incontro “Il lupo nella storia e nelle leggende”: un viaggio tra racconti popolari, simbolismi archetipici e interpretazioni moderne del lupo nell’immaginario collettivo.
Il lupo svolge un ruolo fondamentale nel contenimento delle popolazioni di ungulati come cinghiali e caprioli. La sua presenza, se gestita in modo corretto, contribuisce a mantenere gli equilibri ecologici e a favorire una selezione naturale degli individui più forti e sani.
Per questo, gli esperti insisteranno sull’importanza della coesistenza responsabile tra uomo e fauna selvatica, promuovendo una convivenza rispettosa e informata: “Conoscere il lupo significa anche ridurre la paura irrazionale e aumentare la consapevolezza ambientale”.
L’escursione non è solo un’attività educativa, ma anche un momento di riconnessione con i paesaggi del Monte Cucco, dove boschi, radure e sentieri sono ancora habitat vivi per una fauna ricca e in espansione.
Per molti sarà il primo passo verso una maggiore comprensione di uno degli animali più affascinanti e controversi della nostra fauna.

Questa iniziativa è un passo importante verso una conoscenza più consapevole del territorio appenninico e delle sue creature. Perché, come ricordano gli organizzatori, “ogni volta che impariamo a conoscere un animale selvatico, smettiamo di temerlo e iniziamo a rispettarlo”.
Il lupo, da leggenda di paura, torna così ad essere parte viva dell’identità dell’Appennino.