07 Aug, 2025 - 13:07

Alla scoperta dei borghi fortificati dell’Umbria: tra bastioni medievali, vicoli segreti e mura difensive

Alla scoperta dei borghi fortificati dell’Umbria: tra bastioni medievali, vicoli segreti e mura difensive

Lasciatevi guidare in un viaggio nel tempo, alla scoperta dell’anima fortificata dell’Umbria, dove ogni pietra ha qualcosa da raccontare e ogni silenzio custodisce un frammento di storia. L’Umbria è pronta ad accogliervi con il suo volto più autentico e struggente: quello dei borghi fortificati, custodi silenziosi di epoche lontane, incastonati come gioielli tra colline morbide e paesaggi che sembrano dipinti con pennellate di quiete e nostalgia. Passeggiando lungo le antiche cinte murarie, tra torri d’avvistamento e stretti vicoli acciottolati, sentirete riaffiorare l’eco dei cavalieri, il sussurro del vento che si insinua tra le feritoie, il suono ritmico degli zoccoli sui selciati. È il respiro del Medioevo che ancora vibra tra le pietre, sottile ma vivo, e che accompagna ogni passo con intensità.

In questo itinerario carico di suggestione, vi troverete immersi in una dimensione sospesa, in cui passato e presente si fondono con naturalezza. E mentre vi perderete tra scalinate consunte dal tempo, archi in pietra e scorci che sembrano usciti da un sogno antico, comprenderete che non state semplicemente visitando luoghi: state vivendo un’esperienza intima, fatta di emozioni, immagini e meraviglia.

Lasciatevi incantare da un’Umbria che non ha mai smesso di raccontarsi, che parla con la voce del silenzio, con la grazia dei suoi borghi e la potenza evocativa dei suoi paesaggi. Scoprirete una terra che sa conquistare senza clamore, sedurre senza artifici, entrare nel cuore con semplicità e restarvi a lungo, come fanno le storie più belle.

Eggi - Un borgo fortificato tra ulivi e memoria

Adagiato sulle dolci colline che separano la Valle Umbra dalla Valnerina, si trova Eggi, un piccolo scrigno di pietra incastonato tra ulivi secolari e silenzi antichi. Un borgo che che si lascia scoprire passo dopo passo, nel lento srotolarsi delle sue memorie. Le sue radici affondano nell’epoca romana, ma è nel Medioevo che Eggi assume l’identità che ancora oggi lo definisce: un castello dalla pianta triangolare, costruito nel XIV secolo per difendere la comunità, e circondato da mura che sembrano ancora vegliare sul tempo. Col passare dei secoli, la vita cominciò lentamente a pulsare anche al di fuori del perimetro fortificato.

Oggi Eggi accoglie i viaggiatori con la stessa riservata nobiltà di un tempo, invitandoli a percorrere i suoi vicoli lastricati, ad ammirare i palazzi cinquecenteschi che punteggiano il borgo, e a lasciarsi sorprendere da un patrimonio artistico di rara delicatezza. Come la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificata sul finire del Quattrocento, con i suoi affreschi votivi legati al culto della protezione contro la peste; o l’Oratorio del Sacramento, un tempo parte di un articolato complesso che comprendeva ospedale, logistica difensiva e strutture di servizio. E ancora la Chiesa di San Giovanni Battista, abbellita nel XVI secolo da interventi dello Spagna, uno degli artisti più raffinati dell’Umbria rinascimentale. Ma è soprattutto nella Chiesa di San Michele Arcangelo, cuore spirituale del borgo, che il tempo pare fermarsi: tra le sue pareti si conservano affreschi attribuiti al cosiddetto Maestro di Eggi, pittore anonimo del XV secolo.

Eggi non è soltanto un luogo da visitare, ma un tempo da abitare. Un borgo che, pur nella sua esigua grandezza, custodisce secoli di storie intrecciate, di arte silenziosa, di vita che ancora sussurra tra le pietre. Passeggiare per le sue vie significa lasciarsi avvolgere da un’atmosfera sospesa, in cui ogni dettaglio -  un’ombra, un profilo architettonico, un affresco sbiadito -  racconta senza clamore. È un invito a rallentare il passo, ad affinare lo sguardo, ad ascoltare il respiro lento di un’Umbria autentica e appartata, che si svela solo a chi è disposto ad perdersi con occhi curiosi e cuore aperto.

Corciano - Tra mura gemelle e meraviglie rinascimentali

Incastonato tra le colline che separano Perugia dal lago Trasimeno, Corciano è uno di quei luoghi che sembrano sfuggire al tempo. Un borgo fortificato perfettamente conservato, cinto da due cerchie murarie concentriche e protetto da un torrione circolare che ancora oggi sembra vegliare su chi entra e chi esce. Superata la soglia delle sue porte - Porta Santa Maria o Porta San Francesco - ci si ritrova immersi in un silenzio che sa di Medioevo, dove ogni pietra sembra custodire un segreto, ogni vicolo suggerire un racconto.

Corciano non si limita a incantare con la sua architettura fortificata: conquista lentamente, con la sua bellezza sobria, la sua armonia urbanistica, la delicatezza con cui fonde spiritualità e arte. Nel cuore del borgo, la chiesa di Santa Maria Assunta custodisce la maestosa Pala dell’Assunta, capolavoro del Perugino, che con la sua luce morbida e i suoi colori celestiali sembra aprire uno squarcio nel tempo. Poco distante, un altro gioiello: il Gonfalone della Peste attribuito a Benedetto Bonfigli, opera toccante e solenne, dipinta come ex voto alla Vergine, che raffigura Corciano stesso protetto dal suo abbraccio misericordioso.

Ma Corciano è anche il volto elegante del Rinascimento umbro: il Palazzo della Corgna, con i suoi affreschi manieristi e la sua architettura composta, racconta il prestigio di una famiglia nobile e la raffinata vocazione culturale del borgo. Passeggiando tra i suoi vicoli acciottolati, tra archi in pietra, stemmi scolpiti, logge e terrazze fiorite, ci si accorge che qui nulla è lasciato al caso. Tutto, invece, sembra disposto con cura: per accogliere, sorprendere, far innamorare.

Corciano è uno di quei luoghi che non si attraversano semplicemente: si vivono, si ascoltano, si respirano lentamente. È un incontro silenzioso con la memoria, con l’arte e con la grazia discreta dell’Umbria più autentica - quella che non si impone mai, ma si svela solo a chi ha occhi curiosi e cuore aperto.

Stroncone - un gioiello medievale tra le colline sabine

Stroncone non è soltanto un borgo: è una porta aperta su un’altra epoca, un piccolo universo racchiuso tra le pieghe della storia e protetto dal silenzio delle colline sabine. Inserito con pieno merito tra i Borghi più Belli d’Italia, si adagia su uno sperone roccioso, come un antico scrigno arroccato a difesa di memorie preziose, custodite con orgoglio dai suoi abitanti. Appena varcata la Porta Maggiore, verrete accolti dalla Fontana delle Tre Tazze, capolavoro cinquecentesco di raffinata eleganza scultorea, preludio perfetto alla magia che vi attende nel cuore del borgo.Tra i vicoli stretti e le case in pietra, si respira un’armonia autentica. Le stradine lastricate si intrecciano come fili di un tessuto antico, conducendo il visitatore alla scoperta di scorci raccolti, piazzette silenziose, archi segreti e logge fiorite.

Cuore spirituale del borgo è l’Oratorio di San Giovanni Decollato, piccolo gioiello d’arte barocca che conserva al suo interno affreschi delicati e una raffinata decorazione in stucco, firmata dai fratelli Grimani. È un luogo intimo, quasi segreto, dove la devozione si traduce in bellezza sobria, e ogni dettaglio pare pensato per invitare al raccoglimento. Poco più avanti troviamo la Chiesa di San Nicolò, struttura che custodisce opere di straordinaria eleganza: su tutte, una pala di Rinaldo di Calvi, allievo dello Spagna, e un portale istoriato da raffinate decorazioni che rivelano influenze bizantine. Ma è soprattutto l’atmosfera a colpire: il silenzio che regna tra le navate, la luce filtrata che accarezza le pietre, la sensazione di essere entrati in un luogo che da secoli custodisce la fede e la memoria di una comunità.

E poi c’è il cuore civico e culturale: il Palazzo Comunale, frutto dell’unione tra il medievale Palazzo dei Priori e il seicentesco Palazzo Apostolico. Qui sono custoditi i preziosi Corali miniati del XIV secolo - autentici capolavori di arte liturgica e calligrafica che riportano in vita, attraverso pigmenti e pergamene, la voce e la spiritualità delle epoche passate. Salendo ancora, si raggiunge la Piazza della Torre, da cui lo sguardo si apre su un paesaggio vasto e poetico, tra le valli dell’Umbria e del Lazio, incorniciate da ulivi e silenzi.

Stroncone è un borgo che non si visita soltanto: si ascolta, si respira, si attraversa con passo lento e occhi attenti. È uno di quei luoghi che non cercano di stupire con l’effimero, ma che conquistano con la forza delle piccole cose, della bellezza che non ha bisogno di gridare per farsi sentire. È l’Umbria più autentica, quella che si rivela solo a chi ha il tempo - e la voglia - di fermarsi.

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Francesco Mastrodicasa
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