26 Dec, 2025 - 12:30

Aggressione con il machete in centro a Terni: arrestato 25enne egiziano dopo la rapina a due connazionali

Aggressione con il machete in centro a Terni: arrestato 25enne egiziano dopo la rapina a due connazionali

Un machete brandito nell’aria, l’ombra minacciosa tra la gente che passeggia ancora nelle vie dello shopping prima di Natale. L’aggressione è stata fulminea, violenta, e ha lasciato sul selciato di Corso Vecchio non solo la paura, ma anche il sangue di due giovani uomini. Nella notte tra sabato e domenica scorse, un 25enne cittadino egiziano ha tentato di rapinare due suoi connazionali, ferendone uno in modo così grave da provocarne la parziale amputazione di un dito del piede. Una escalation di violenza consumata sotto gli occhi di numerosi testimoni, terminata con la fuga dell’aggressore e, poche ore dopo, con il suo improvviso arrivo al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria, dove pensava forse di curare le ferite alle mani senza essere riconosciuto. Invece, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Terni lo hanno bloccato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto per tentata rapina aggravata, lesione personale grave e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Dopo l’udienza di convalida di martedì, il Giudice ha convalidato il fermo e disposto per lui la custodia cautelare in carcere a Vocabolo Sabbione.

Il machete nel buio di Corso Vecchio: la ricostruzione dell’agguato

I militari della Sezione Operativa hanno ricostruito il quadro minuto per minuto, basandosi sulle testimonianze dei feriti e degli sconvolti passanti che hanno assistito alla scena. L’aggressione non è stata un conflitto improvviso, ma un’azione deliberata. Il 25enne egiziano, secondo quanto accertato, si muoveva già con il machete a vista, un’arma insolita e terrificante nel contesto urbano. L’incontro con i due connazionali, il 20enne e il 21enne, non è stato casuale: secondo gli investigatori, il ragazzo ha preso di mira proprio loro. I motivi precisi sono ancora al vaglio, ma l’intenzione della rapina sembra chiara. I colpi sono arrivati senza un vero e proprio alterco, a sorpresa. Il tentativo di difesa dei due giovani è stato inutile contro la lama. Il più giovane è stato colpito al piede in un modo che i sanitari hanno definito "devastante", con un taglio netto che ha reciso tendini e ossa. Mentre l’aggressore fuggiva, il marciapiede di Corso Vecchio, solitamente luogo di ritrovo, si è trasformato in una scena di caos e panico, con i primi soccorritori che tentavano di tamponare l’emorragia al piede del ventenne prima dell’arrivo dell’ambulanza. I due feriti sono stati trasportati d’urgenza al Santa Maria, dove per il 20enne è iniziata una battaglia chirurgica per salvare il piede, purtroppo conclusasi con l’amputazione parziale dell’alluce.

Dalla fuga all’inganno del Pronto Soccorso: la trappola si chiude

Dopo l’agguato, il presunto rapinatore è sembrato svanire nel dedalo di vicoli del centro. I Carabinieri, allertati, hanno subito avviato le ricerche, setacciando la zona e raccogliendo le prime, frammentarie descrizioni. Quello che non sapevano era che l’uomo, forse per l’adrenalina o per la violenza dell’impatto, si era ferito alle mani. Quelle ferite, apparentemente un dettaglio marginale, sono diventate l’elemento decisivo. Pensando di curare i tagli senza destare sospetti, il 25enne ha commesso un errore fatale: si è presentato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria, lo stesso dove poche ore prima era stato portato in codice rosso il giovane da lui ferito. Un calcolo sbagliato, un’arroganza o una sottovalutazione del sistema. Il personale medico, allarmato dalla coincidenza o forse da qualche dettaglio sospetto, ha dato immediatamente l’allarme. I militari, già in stato di massima allerta, sono intervenuti rapidamente. “L’uomo è stato identificato e bloccato mentre aspettava il suo turno”, ha confermato una fonte vicina alle indagini. La trappola si è chiusa in silenzio, tra le corsie dell’ospedale, senza ulteriori colpi di scena. Da lì, il trasferimento in caserma, le formalità di rito e, infine, la cella di sicurezza in attesa del giudice.

L'udienza di convalida di fronte al GIP di Terni: decisivi gli indizi dell'Arma

L’udienza di convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Terni, svoltasi martedì, è stata l’epilogo formale della vicenda giudiziaria, per ora. Il magistrato, esaminati gli atti e gli indizi raccolti dai Carabinieri - tra cui il machete ritrovato, le testimonianze e le gravi lesioni delle vittime - non ha avuto dubbi. Ha convalidato il fermo e, ritenendo concreti i pericoli di fuga e di reiterazione dei reati, ha disposto la più severa delle misure: la custodia cautelare in carcere.

Il procedimento penale è ora pendente in fase di indagini preliminari. Il 25enne egiziano, assistito da un avvocato d’ufficio, dovrà rispondere di una lunga serie di capi d’imputazione gravissimi. La sua posizione, come sancito dalla legge italiana, resta quella di indagato, e la presunzione di innocenza lo accompagnerà fino ad una eventuale condanna irrevocabile. Ma per la comunità di Terni, e per il ventenne che dovrà imparare a convivere con una menomazione permanente, quella notte di sangue in Corso Vecchio è già una ferita aperta, un’immagine difficile da cancellare dalla memoria della città.

AUTORE
foto autore
Federico Zacaglioni
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE