26 Nov, 2025 - 21:00

Affresco di San Francesco e il Lupo a Santa Chiara: una turista eugubina riscopre un legame millenario tra Gubbio e Napoli

Affresco di San Francesco e il Lupo a Santa Chiara: una turista eugubina riscopre un legame millenario tra Gubbio e Napoli

Una scoperta che unisce Gubbio e Napoli

Una turista eugubina, in visita al Complesso Monumentale di Santa Chiara di Napoli, si è imbattuta in un affresco raffigurante San Francesco che ammansisce il lupo, una scena che per gli eugubini non ha bisogno di presentazioni.
Il legame è immediato: proprio in questi mesi a Gubbio è in corso la mostra Frate Lupo, dedicata all’episodio più famoso tra quelli narrati nei Fioretti, in cui Francesco pacifica gli abitanti terrorizzati e stringe un patto di pace con l’animale.

La turista, colpita dalla somiglianza iconografica con le opere in mostra a Gubbio, ha segnalato l’affresco come “una scoperta emozionante”, aggiungendo: «Vederlo qui, lontano da casa, mi ha dato la sensazione di quanto il messaggio di Francesco sia davvero universale».

L’affresco di San Francesco e il Lupo nel Chiostro Maiolicato

L’affresco si trova nel percorso museale del Chiostro Maiolicato, realizzato tra il 1739 e il 1742 su progetto dell’architetto Domenico Antonio Vaccaro, che trasformò il giardino monastico in uno dei massimi capolavori del barocco napoletano.

L’opera appartiene al ciclo pittorico seicentesco che decora le pareti del chiostro con scene dell’Antico Testamento, santi francescani e momenti della vita di San Francesco. L’autore non è citato nelle fonti del complesso, ma gli studiosi attribuiscono il ciclo ai pittori attivi nell’ambito della grande stagione pittorica napoletana del XVII secolo, vicini all’ambiente di Belisario Corenzio e Francesco Solimena, che operarono frequentemente nelle fabbriche religiose francescane della città.

Nell’affresco fotografato dalla turista si riconoscono i tratti tipici della tradizione iconografica: Francesco benedice il lupo, l’animale appare docile, e sullo sfondo si scorgono gli abitanti di Gubbio osservare la scena.

Santa Chiara: otto secoli di storia e rinascite

Il Complesso Monumentale di Santa Chiara è uno dei luoghi più simbolici della spiritualità napoletana.
Fondato nel 1310 per volontà di Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca, si componeva originariamente di due conventi: uno maschile francescano e uno femminile delle Clarisse.

La chiesa, inizialmente gotica, venne profondamente modificata nel 1700, quando il Vaccaro le conferì un ricco aspetto barocco.
Questa veste splendida, però, venne quasi completamente distrutta durante i bombardamenti del 4 agosto 1943.

Il bombardamento del ’43: una ferita indelebile

Lo storico complesso fu devastato in pochi minuti:

  • la copertura crollò,

  • il barocco settecentesco scomparve quasi interamente,

  • opere, arredi e decorazioni andarono perduti.

La chiesa venne ricostruita tra il 1944 e il 1953 ripristinando lo stile gotico originario. Il chiostro, invece, sopravvisse alla guerra e restò uno degli esempi più straordinari di paesaggio artistico settecentesco europeo: pilastri ottagonali rivestiti di maioliche policrome, sedili decorati, verande affrescate e un giardino suddiviso geometricamente in quattro settori.

All’interno del complesso è oggi visitabile anche un museo che custodisce reperti archeologici romani, opere scampate ai bombardamenti e un presepe sette-ottocentesco di grande pregio.

Francesco e il Lupo: un mito universale

L’episodio dell’incontro con il lupo è uno dei più celebri della tradizione francescana, raccontato nel ventunesimo capitolo dei Fioretti. La scena ha assunto nel tempo una valenza universale:

  • la pace tra uomo e natura,

  • la forza dell’amore contro la paura,

  • la capacità del bene di trasformare il male.

Per questo motivo l’episodio ha attraversato i confini italiani, diventando tema iconografico di affreschi, tele, sculture e vetrate in tutto il mondo: dalla Francia agli Stati Uniti, dal Sud America fino al Giappone.
È un simbolo così forte che molte città hanno scelto proprio il “lupo ammansito” come messaggio civile e spirituale.

Gubbio, dove secondo la tradizione il fatto è realmente avvenuto, rappresenta il centro italiano di questa memoria, con la mostra Frate Lupo che ripercorre iconografia, storia e antropologia del rapporto tra Francesco e l’animale.

Un ponte culturale tra due città francescane

La visita della turista eugubina a Santa Chiara diventa così un’occasione per riscoprire un legame spirituale e iconografico tra due città profondamente segnate dal francescanesimo:
Gubbio, luogo dell’episodio, e Napoli, che nel complesso di Santa Chiara conserva da otto secoli opere, memorie e architetture nate sotto la protezione dei re angioini devoti a Francesco e Chiara.

Un legame che oggi si rinnova attraverso l’arte, la storia e l’emozione di chi, come la turista eugubina, ritrova lontano da casa una scena familiare e senza tempo:
«Francesco che porge la mano al lupo, e il lupo che finalmente trova pace».

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Mario Farneti
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