È scontro aperto sull’Aeroporto San Francesco d’Assisi. Il centrosinistra punta il dito contro la cancellazione della tratta Perugia-Bergamo, considerata una delle cause principali del rosso di bilancio, ma la replica del centrodestra è immediata e perentoria: “Accuse false e pericolosamente strumentali. Se oggi l’Umbria ha un aeroporto competitivo, è merito nostro”.
Nel mirino delle opposizioni ci sono le parole della consigliera regionale Letizia Michelini (Pd), che aveva parlato di “spese folli” e “fallimento annunciato”. Il centrodestra risponde unito, rivendicando una strategia chiara, investimenti mirati e risultati concreti.
A guidare il fronte del centrodestra sono Enrico Melasecche, Donatella Tesei, Eleonora Pace, Paola Agabiti, Matteo Giambartolomei, Laura Pernazza, Andrea Romizi e Nilo Arcudi. I consiglieri, in una nota congiunta, rigettano le critiche mosse in Consiglio regionale, rivendicando la paternità del collegamento con Orio al Serio come “scelta strategica condivisa con il mondo produttivo umbro”, sostenuta da Confindustria Umbria e Fondazione Perugia.
“Il collegamento con il terzo scalo d’Italia era un ponte con i mercati del Nord e gli hub internazionali. Altro che propaganda: era uno strumento utile per imprese e professionisti umbri”, affermano i consiglieri, evidenziando come il taglio della rotta sia stato un errore di valutazione dell’attuale maggioranza.
A pesare, secondo il centrodestra, sono state invece “le scelte sbagliate del centrosinistra” che avrebbe puntato su rotte turistiche stagionali, come Lampedusa e Pantelleria, senza continuità e con gravi problemi organizzativi. “Il volo per Pantelleria del 21 giugno è stato un disastro: passeggeri bloccati 30 ore per un guasto tecnico, zero informazioni e disagi inaccettabili”, scrivono i firmatari.
Il centrodestra rivendica con forza il cambio di passo impresso dal 2019, anno in cui la Giunta Tesei ha preso in carico una SASE in crisi, con uno scalo semi-deserto, pochi voli e appena 220.000 passeggeri l’anno. “Oggi superiamo i 534.210 passeggeri e siamo tra i primi in Europa per crescita”, sottolineano.
I numeri sono utilizzati come prova dell’efficacia dell’azione amministrativa: 10 milioni di euro investiti nel piano di sviluppo, ampliamento del terminal, parcheggi, servizi accessori e un nuovo pacchetto da 6,8 milioni (con fondi FSC e risorse SASE) per raggiungere l’obiettivo di 1 milione di passeggeri entro il 2028.
“Chi oggi getta fango su questo lavoro, dimostra solo di non avere una visione. Nel 2019 c’era il nulla, oggi c’è una prospettiva concreta di sviluppo”, incalzano i consiglieri di opposizione, accusando la sinistra di “demolizione ideologica”.
Ma al di là dello scontro tra schieramenti, arriva anche la presa di posizione della Uiltrasporti Umbria, che esprime “preoccupazione per il futuro dello scalo” e invita tutte le parti alla trasparenza.
“Condividiamo le perplessità sollevate dalla consigliera Michelini – scrive il sindacato – e chiediamo chiarezza sulla gestione e sul reale stato economico dell’aeroporto, soprattutto dopo il bilancio in passivo”. La Uiltrasporti richiama inoltre i disagi causati da continui ritardi e cancellazioni, “denunciati da passeggeri lasciati senza assistenza e informazioni”.
Il sindacato non risparmia critiche sull’esternalizzazione dei servizi di sicurezza: “Da aprile parte del personale è stato inquadrato in un contratto diverso da quello aeroportuale, con salari più bassi e meno tutele. Le colpe della cattiva gestione non devono ricadere su chi lavora”.
Infine, un appello diretto: “Chi gestisce fondi pubblici risponda del proprio operato. Apprezziamo la richiesta della consigliera Michelini, ma ora servono azioni concrete. Non è accettabile scaricare tutto sul costo del lavoro quando i problemi sono noti da tempo”.
L’Aeroporto dell’Umbria, insomma, torna ad essere terreno di scontro politico e sindacale. Mentre la classe dirigente si divide sul passato e sulle strategie, resta ancora aperta la domanda più urgente: quale futuro attende lo scalo San Francesco d’Assisi?