La Sase S.p.A., società che gestisce l’Aeroporto internazionale dell’Umbria - San Francesco d’Assisi, rischia di chiudere anche il bilancio 2025 in perdita.
Secondo le stime della Uiltrasporti Umbria, il disavanzo potrebbe aggirarsi attorno ai 300 mila euro, dopo la perdita già registrata nel 2024. Se confermato, si tratterebbe del secondo esercizio consecutivo in rosso, con il rischio di far scattare, nel 2026, le sanzioni previste dalla legge Madia per le società partecipate pubbliche in deficit prolungato.
“L’aeroporto umbro non può permettersi un altro anno negativo, serve un’inversione di rotta già dal 2026”, avvertono le organizzazioni sindacali, che chiedono un intervento urgente della Regione Umbria, azionista di maggioranza della società.
Durante una conferenza stampa a Perugia, i segretari Fabio Ciancabilla (Fit Cisl Umbria) e Mirko Rossi (Ugl Trasporti Umbria) hanno chiesto alla Regione Umbria di convocare un tavolo di confronto per discutere il futuro dello scalo. “Lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco è essenziale per la crescita del territorio e per creare nuova occupazione”, hanno dichiarato.
Le due sigle hanno invitato i soci pubblici a valutare concretamente la proposta di un grande vettore interessato a operare su Perugia: “Un progetto di questo tipo – spiegano – avrebbe ricadute positive sia sul piano economico che su quello occupazionale, favorendo stabilizzazioni e nuove assunzioni”.
Per Fit Cisl e Ugl è necessario superare i vincoli legati alla legge Madia e costruire un piano industriale per il 2026, anche in vista della revisione del Piano nazionale degli aeroporti. “Chiediamo di essere coinvolti - concludono - per contribuire a una strategia condivisa che rilanci l’aeroporto e l’economia regionale”.
Preoccupazione anche dalla Uiltrasporti Umbria, guidata dal segretario generale Stefano Cecchetti, che parla di una situazione “critica” nonostante i numeri record di traffico passeggeri. “Mentre tutti celebrano i risultati, nessuno affronta le difficoltà economiche che minacciano il futuro dello scalo”, afferma Cecchetti.
Il sindacato contesta la scelta di esternalizzare il servizio di security, presa nel 2024 e ritenuta “fallimentare, perché non ha prodotto risparmi ma ha aggravato i costi”. Per la Uiltrasporti, il problema non risiede nei lavoratori, ma “in una gestione priva di visione e di competenze adeguate”.
Cecchetti chiede soluzioni immediate per riequilibrare i conti, la sostituzione del management e la revoca dell’esternalizzazione. “La presidente Proietti e i soci di Sase devono prenderne atto. Un aeroporto non operativo sarebbe un disastro per l’Umbria”, conclude, annunciando che il sindacato vigilerà sull’evoluzione della situazione.
La legge Madia (n. 124 del 2015) stabilisce che le società partecipate dagli enti pubblici non possano mantenere perdite per tre esercizi consecutivi. In caso contrario, scatta l’obbligo di liquidazione o dismissione della partecipazione pubblica, per tutelare il patrimonio e prevenire danni erariali.
Nel caso della Sase, il bilancio 2023 si era chiuso con un lieve utile, sostenuto dai contributi regionali e dalla crescita del traffico passeggeri post-pandemia. Il 2024, invece, ha registrato una perdita di circa 250 mila euro, mentre per il 2025 - secondo le valutazioni della Uiltrasporti - il disavanzo potrebbe raggiungere i 300 mila euro. Un terzo anno consecutivo di deficit, nel 2026, attiverebbe automaticamente le disposizioni della legge Madia, con l’obbligo di liquidazione della società o la riorganizzazione delle sue attività.
L’aeroporto San Francesco d’Assisi resta una infrastruttura strategica per la mobilità e il turismo umbro, ma la tenuta economica della Sase sarà decisiva nei prossimi mesi. Senza una strategia industriale condivisa, il rischio è che una delle porte d’accesso più importanti dell’Umbria si trovi a fronteggiare una crisi strutturale difficile da invertire.