Nuovo presidio di protesta davanti l'ingresso dell'Aeroporto internazionale dell’Umbria. Filt Cgil e Uiltrasporti Umbria si sono ritrovati, nella mattinata di giovedì 17 aprile, dalle 10:30 alle 11:30 davanti lo scalo aereo di Perugia per protestare contro l’esternalizzazione di una parte consistente del servizio di sicurezza della struttura e come conseguenza un dumping salariale per i lavoratori coinvolti da tale misura.
Dopo le risposte chieste nei giorni scorsi, arriva il presidio preannunciato. La protesta delle sigle sindacali si riferisce all'esternalizzazione dei servizi e denuncia dei conti in rosso della Sase, la società che gestisce la struttura aeroportuale, annunciati in un recente incontro avuto in prefettura a Perugia con gli stessi sindacati.
Per le organizzazioni sindacali, rappresentate dai segretari generali Ciro Zeno (Filt Cgil Umbria) e Stefano Cecchetti (Uiltrasporti), infatti, la decisione di esternalizzare parte del servizio di sicurezza sarebbe legato solo alla necessità di risanare il bilancio negativo della società. Ecco spiegato lo slogan: “I conti in rosso non li paghino i lavoratori”.
La misura di esternalizzazione porterebbero solo quindici lavoratori della sicurezza a proseguire il rapporto professionale alle dirette dipendenze di Sase. Altri venticinque, invece, dovranno essere assunti da altre aziende esterne, con una riduzione pesante sugli stipendi “addirittura un terzo in meno - sottolineano i sindacati - e con contratti a tempo determinato".
“Questi lavoratori qualificati - spiegano Filt Cgil e Uiltrasporti - non saranno assegnati alla sola sicurezza dell’aeroporto, ma potranno essere gestiti dalla nuova azienda anche per svolgere attività diverse. Addirittura dovranno acquistare a proprie spese anche la pistola con relativo porto d’armi. Pistola che, tra l’altro, non è neanche necessaria nel servizio di sicurezza aeroportuale. Visti gli stipendi bassi e le condizioni di lavoro a cui sarebbero sottoposti a seguito dell’esternalizzazione, altro problema riguarda il fatto che non tutti i venticinque lavoratori coinvolti hanno ancora deciso se proseguire in questo percorso: conseguentemente, a oggi, il servizio di sicurezza è garantito solo da una parte del personale necessario e soltanto a fronte di grandi sacrifici”. Questa è la situazione dei lavoratori secondo i sindacati ma la situazione critica emersa dal presidio sarebbe riferita ai bilanci in rosso di Sase.
“Inizialmente non riuscivamo a capire il perché della decisione di esternalizzare un asset strategico per un aeroporto come quello della sicurezza - raccontano Zeno e Cecchetti - Ora lo sappiamo. Infatti, pur non avendo ancora i dati ufficiali, Sase ha comunicato che c’è un buco nel bilancio. A noi pare che l’azienda voglia far pagare ai lavoratori questi conti in rosso, frutto di una cattiva gestione dell’aeroporto da parte di un cda che, tra l’altro, è anche dimissionario".
"Paghi chi ha fatto scelte sbagliate, come quella di attivare un volo, quello di Bergamo, che è costato oltre un milione di euro e che già aveva fallito in altri aeroporti. I manager che guadagnano migliaia e migliaia di euro non possono sempre chiedere i sacrifici a chi guadagna stipendi che spesso non consentono neanche di fare una vita dignitosa. Se Sase pensa di sanare il bilancio con i soldi dei lavoratori si sbaglia di grosso”. L’appello, infine, di Filt Cgil e Uiltrasporti alla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, che ha la delega ai rapporti con Sase: “Chiediamo a lei come la politica vuole rispondere a questa situazione di enorme gravità”.