20 Oct, 2025 - 17:02

Acquistano una Ferrari da 165.000 euro con assegni falsi: sette denunciati per truffa aggravata

Acquistano una Ferrari da 165.000 euro con assegni falsi: sette denunciati per truffa aggravata

Sette persone sono state denunciate per truffa aggravata in concorso al termine di una lunga e complessa indagine della Polizia di Stato di Perugia. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha preso avvio dopo la vendita sospetta di una Ferrari del valore di circa 165.000 euro, un affare che si è rivelato un inganno ben orchestrato e che ha coinvolto una rete di soggetti con precedenti per reati simili.

Al centro della vicenda c’è un uomo, legittimo proprietario dell’auto, che lo scorso 27 maggio aveva deciso di venderla a una donna di 27 anni, nata nel 1998 e già conosciuta dalle forze dell’ordine. Dopo alcuni contatti e una trattativa apparentemente regolare, la donna aveva offerto come pagamento due assegni: uno da 90.000 euro e un secondo da 75.000 euro. Entrambi si sarebbero poi rivelati totalmente falsi.

L’inganno con assegni falsi

Prima di procedere alla consegna della vettura, il venditore aveva cercato di tutelarsi chiedendo conferma sulla validità degli assegni. Aveva quindi contattato un presunto “referente” della banca emittente, il quale lo aveva rassicurato sulla regolarità dei titoli e sulla disponibilità delle somme. In realtà, quella voce amichevole apparteneva a un complice della truffatrice, parte integrante di un piano già collaudato.

Convinto dalle garanzie ricevute, l’uomo aveva ceduto la Ferrari, firmando i documenti di vendita e consegnando il veicolo. Solo pochi giorni più tardi, al momento di versare gli assegni, si era reso conto del raggiro: i titoli erano inesistenti, la banca indicata non esisteva e i contatti forniti risultavano falsi.

Immediatamente era scattata la denuncia alla Questura di Perugia, con l’intervento della Squadra Mobile, che ha iniziato una serie di accertamenti tecnici e investigativi per risalire all’identità dei responsabili. Il caso, oltre a evidenziare la vulnerabilità delle transazioni tra privati, mostra la crescente sofisticazione delle truffe legate alla compravendita di beni di lusso.

L’indagine della Squadra Mobile

Gli investigatori hanno passato al setaccio ogni dettaglio della trattativa. Sono stati acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza, la documentazione relativa alla vendita e i tabulati telefonici riconducibili ai numeri utilizzati dai sospettati. Dalle analisi è emerso un quadro chiaro: la truffa era stata studiata nel dettaglio, con ruoli precisi per ciascun componente del gruppo.

Dopo settimane di lavoro, gli agenti sono riusciti a ricostruire la catena di passaggi che avevano portato all’esportazione della Ferrari all’estero. Tutti i sette indagati, residenti in diverse province italiane, risultano già gravati da precedenti di polizia. Sulla base delle prove raccolte, il Gip di Perugia, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivodell’autovettura, inserendo il veicolo nel Sistema Schengen per consentire la cooperazione tra le autorità europee.

Cooperazione internazionale e ritrovamento del veicolo

Il coordinamento tra le forze dell’ordine italiane e straniere si è rivelato decisivo. Pochi giorni dopo l’emissione del decreto di sequestro, la Polizia rumena ha localizzato la Ferrari nella città di Buzias, nella contea di Timiș, in Romania. L’auto era in possesso di un cittadino rumeno del 1981, anche lui con precedenti per truffa, che aveva già avviato le pratiche per immatricolare la vettura nel Paese.

Secondo quanto emerso, l’uomo aveva firmato un contratto di vendita con la donna di 27 anni, ignaro (o forse no) del fatto che la vettura fosse stata ottenuta con assegni falsi. L’auto è stata sequestrata e messa a disposizione delle autorità italiane. L’operazione, portata avanti con il supporto del sistema informativo europeo di cooperazione di polizia, ha consentito di recuperare il veicolo in tempi brevi, prima che venisse rivenduto o smontato.

Perquisizioni e conseguenze operative

Parallelamente, la Squadra Mobile di Perugia, con il supporto delle questure di Bergamo, Monza Brianza, Lecco e Pordenone, ha condotto perquisizioni domiciliari e informatiche nei confronti dei sette indagati. Durante le operazioni sono stati sequestrati smartphone, schede SIM e dispositivi digitali usati per coordinare le varie fasi della truffa.

Le analisi dei dispositivi hanno permesso di ricostruire conversazioni, messaggi e spostamenti dei componenti del gruppo, individuando i diversi ruoli: chi si occupava dei contatti con la vittima, chi della documentazione falsa, chi della logistica per l’esportazione dell’auto all’estero.

Attualmente sono in corso le procedure formali per la riconsegna della Ferrari al legittimo proprietario, che potrà rientrare in possesso del veicolo dopo la chiusura delle pratiche giudiziarie e amministrative.

AUTORE
foto autore
Francesca Secci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE