19 Oct, 2025 - 07:55

Acquasparta, l’ex bene della mafia diventa “Casa Biagetti”: quattro nuovi appartamenti pubblici per giovani coppie

Acquasparta, l’ex bene della mafia diventa “Casa Biagetti”: quattro nuovi appartamenti pubblici per giovani coppie

Ad Acquasparta un edificio un tempo appartenuto alla criminalità organizzata è tornato alla comunità. Si chiama “Casa Biagetti” e da ieri, con la cerimonia ufficiale al Palazzo Cesi, è divenuta a tutti gli effetti una residenza a canone concordato destinata a giovani coppie e famiglie con redditi medio-bassi. Un risultato che rappresenta molto più di un’operazione urbanistica: è la dimostrazione concreta di come un bene confiscato alla mafia possa diventare un luogo di riscatto civile e sviluppo sociale.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Acquasparta insieme al Presidio Libera “Giuseppe Fava”, si inserisce nel programma di valorizzazione dei beni confiscati alle mafie in Umbria, che coinvolge anche il Comune di Pietralunga.

L’edificio, situato nel centro storico del borgo, era stato sequestrato nel 2008 a seguito di un’indagine sui legami del proprietario con il clan siciliano di Resuttana-San Lorenzo e successivamente confiscato nel 2015. Dopo anni di stallo e complessità burocratiche, il recupero è stato possibile grazie a un lavoro sinergico tra Comune, Regione Umbria, ATER, Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) e Libera.

Il sindaco di Acquasparta, Giovanni Montani (che guida un'amministrazione di centrodestra) durante la cerimonia, ha ricordato le difficoltà superate: “La palazzina era stata confiscata a un clan siciliano e presentava numerose criticità urbanistiche. Collaborando con Ater abbiamo scelto di destinarla all’edilizia residenziale pubblica a canone concordato, per fronteggiare lo spopolamento del borgo. È stato determinante il lavoro della Commissione regionale antimafia e dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata, che ci hanno aiutato a superare gli ostacoli amministrativi”.

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Una rinascita che parla di legalità, giustizia sociale e futuro

Casa Biagetti ospiterà quattro appartamenti realizzati secondo criteri di efficienza energetica e sicurezza, affidati a un’impresa locale. La scelta di destinarli all’edilizia pubblica a canone calmierato risponde all’obiettivo di contrastare il disagio abitativo e stimolare il ripopolamento del centro urbano, segnato negli anni dal calo demografico.

L’intervento, previsto dalla Legge La Torre e dalla Legge 109/1996, si inserisce nella cornice nazionale del riuso sociale dei beni confiscati, con l’intento di trasformare le ferite dell’illegalità in risorse per la collettività.

“C’è grande soddisfazione per il risultato raggiunto” ha dichiarato Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria. “Ringraziamo il Comune, l’Ater, la Commissione Antimafia della precedente legislatura e l’Osservatorio regionale. Casa Biagetti dimostra che da una storia di illegalità può rinascere un luogo di valore e di speranza per la comunità. È un segnale concreto che la legalità, se praticata, può generare futuro. Come Libera continueremo a collaborare con i Comuni per individuare e valorizzare altri beni confiscati. Serve crederci, investire energie e risorse: Casa Biagetti deve diventare solo la prima di tante storie di riscatto.

Un messaggio forte, ribadito anche da Fabrizio Ricci, presidente della Commissione Antimafia dell’Umbria (consigliere regionale di AVS), che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione. “La restituzione alla collettività del bene confiscato ad Acquasparta rappresenta un momento di grande importanza per l’impegno condiviso del nostro territorio nel contrasto alle infiltrazioni mafiose ha detto Ricci.

Poi ha aggiunto: “I beni confiscati sono cicatrici che raccontano ferite inflitte dalla criminalità. Ferite che la comunità, con l’impegno delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, ha saputo rimarginare. I cinque appartamenti di Casa Biagetti, destinati a giovani coppie a canone concordato, testimoniano il senso profondo della Legge 109/1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, una norma che va difesa da ogni tentativo di indebolimento”.

Ricci ha poi sottolineato la necessità di dare continuità al lavoro della Commissione: “In Umbria ci sono decine di beni confiscati che possono diventare strumenti concreti di sviluppo e giustizia sociale. Il nostro impegno sarà accompagnarli verso un reale riutilizzo, perché la legalità non resti un principio astratto ma si traduca in opportunità per i cittadini.

Infine, il ringraziamento del presidente: “Voglio esprimere riconoscenza a Libera, all’amministrazione comunale di Acquasparta, all’Osservatorio regionale e alla precedente Commissione Antimafia per aver reso possibile questo giorno di festa per la nostra comunità democratica.

Un bene che torna a essere parte viva del tessuto urbano e strumento di ripopolamento del borgo

La storia di Casa Biagetti non è soltanto un capitolo di contrasto alla criminalità organizzata, ma anche un esempio di rigenerazione urbana e partecipazione civica.

L’immobile, un tempo dimora del filantropo Angelo Biagetti e punto di riferimento culturale nei primi decenni del Novecento, è tornato oggi a essere patrimonio condiviso, inserito in un progetto di rinascita del centro storico.

Attraverso il lavoro corale tra enti pubblici, associazioni e cittadini, Acquasparta ha restituito senso e funzione a un luogo che la criminalità mafiosa aveva sottratto alla collettività. Una vittoria della legalità concreta, fatta di decisioni amministrative, di cantieri, di impegno civile e di coesione sociale.

Come ha ricordato Fabrizio Ricci, questa operazione rappresenta una ferita rimarginata e un simbolo di speranza: da bene confiscato a casa viva, Casa Biagetti è oggi la prova tangibile che la legalità può davvero abitare le città, restituendo dignità e futuro ai territori.

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Federico Zacaglioni
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