La firma dell’accordo tra Israele e Hamas segna una svolta che, dopo anni di conflitto e devastazione, offre al mondo una speranza fragile ma concreta di pace in Medio Oriente. Un segnale accolto con profonda attenzione anche in Umbria, dove la presidente della Regione, Stefania Proietti, ha espresso la vicinanza della comunità umbra alle popolazioni colpite, ribadendo l’impegno della Regione a contribuire concretamente alla fase di ricostruzione e rinascita civile di Gaza. "La nostra regione è pronta a contribuire con le proprie reti di solidarietà, con le scuole, le università e le associazioni umanitarie, affinché il silenzio delle armi apra la strada alla ricostruzione morale e materiale di Gaza e del popolo palestinese tutto anche in Cisgiordania", ha dichiarato la presidente, definendo l’intesa "un segnale di speranza" che il mondo "attendeva da tempo".
Nel suo intervento, Proietti ha sottolineato l’importanza storica di questo passo diplomatico, richiamando la comunità internazionale a sostenere il processo di pace con coerenza e lungimiranza. "Un segnale di speranza - ha affermato la Presidente della Giunta regionale dell'Umbria - che auspichiamo si traduca in una pace duratura che faccia cessare per sempre le armi e gli atti di violenza atroce che fino a oggi si sono consumati nella Palestina in seguito all'attacco terroristico del 7 ottobre di due anni fa".
Il messaggio della presidente è dunque duplice: fiducia nel futuro, ma anche prudenza. La cessazione delle ostilità dovrà diventare un impegno concreto per favorire la riconciliazione tra i popoli e per sostenere la rinascita di un territorio profondamente segnato da anni di conflitto, restituendo dignità e speranza alle comunità colpite.
L’intesa, annunciata nelle ultime ore, prevede una prima fase di cessate il fuoco, il rilascio di ostaggi, l’attivazione di corridoi umanitari e l’avvio di misure preliminari per la ricostruzione delle infrastrutture civili nella Striscia di Gaza. Si tratta di un accordo considerato storico, ma che necessita di verifiche continue e di garanzie di attuazione.
Le principali diplomazie mondiali hanno accolto la notizia con favore, pur invitando alla prudenza: dopo decenni di instabilità, la sfida sarà quella di consolidare la fiducia reciproca e impedire che il fragile equilibrio venga nuovamente compromesso.
La presidente Proietti ha illustrato l’intenzione della Regione di attivare strumenti di cooperazione internazionale e progetti concreti di sostegno. Le università umbre, i centri di ricerca e le associazioni del territorio potrebbero mettere a disposizione competenze tecniche e scientifiche per programmi di formazione, assistenza sanitaria e recupero infrastrutturale.
"La pace di oggi non è un punto d'arrivo ma l'inizio di un percorso di riconciliazione che richiede coraggio e responsabilità da parte di tutti", ha ricordato la presidente, ribadendo come il vero obiettivo debba essere una ricostruzione non solo materiale, ma anche sociale, educativa e culturale. In questo quadro, l’Umbria - regione che per vocazione e storia si riconosce nei valori della pace francescana - intende rafforzare il proprio ruolo di ponte tra istituzioni, comunità e cooperazione internazionale.
Proietti ha inoltre voluto ribadire il valore politico e morale del momento, indicando la giustizia e il rispetto del diritto internazionale come basi imprescindibili di qualsiasi processo di pacificazione. "L'Umbria - ha dichiarato - continuerà a farsi portavoce di un messaggio di pace autentico, fondato sulla giustizia e sul rispetto reciproco in cui il riconoscimento della Palestina sarà essenziale". La presidente ha parlato di una pace che non deve essere solo la fine della guerra, ma un’occasione per ricostruire legami, restituire dignità e dare voce ai popoli finora dimenticati.
Guardando al futuro, Proietti ha auspicato che le parti rispettino pienamente i termini dell’accordo. "L'auspicio - ha concluso - è che le parti rispettino i termini dell'accordo con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, il cessate il fuoco a Gaza e finalmente lo stop alla grave crisi umanitaria, e che tutto questo sia propedeutico alla soluzione di due Stati per due popoli". Infine, un richiamo alla dimensione umana e al valore universale della pace: "Nessuna vittoria militare potrà mai compensare il dolore di un bambino, di una madre o di una popolazione a cui è stata negato il diritto di esistere".