Due uomini, già noti alle forze dell'ordine per diversi precedenti, sono stati denunciati per ricettazione dalla polizia stradale di Orvieto. All’interno dell’area di servizio “Giove”, in provincia di Terni, sono stati fermati con circa 50 Kg di argenteria per un valore di mercato di circa 40mila euro.
Un caso molto simile a quanto riscontrato nel 2024. La Polizia di Stato, durante i controlli dei giorni scorsi, all’interno dell’area di servizio “Giove”, in provincia di Terni, ha intimato fermato un’autovettura, con a bordo due uomini.
Dai primi accertamenti, le forze dell'ordine hanno potuto constatare i numerosi precedenti dei due occupanti che non hanno saputo fornire risposte convincenti sui loro spostamenti. Per tale motivo la polizia ha deciso di approfondire i controlli attraverso una perquisizione veicolare.
All'interno del portabagagli, gli Agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Orvieto hanno ritrovato diverse borse contenenti numerosi oggetti in argento, compresi alcuni manufatti di arte sacra, per un peso complessivo di circa 50 kg e un valore stimato di circa 40mila euro.
Dalle successive verifiche le forze dell'ordine hanno potuto accertare che parte dell’argenteria era il frutto di un furto avvenuto nel mese di luglio scorso in provincia di Treviso.
I due uomini sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Terni per ricettazione, mentre la refurtiva è stata riconsegnata ai legittimi proprietari. Si ricorda che i soggetti devono ritenersi innocenti fino al definitivo accertamento delle responsabilità con sentenza passata in giudicato.
Il reato di ricettazione viene trattato dall’articolo 648 del Codice Penale. Per la ricettazione, la pena prevista va dai due agli otto anni di reclusione, oltre a una multa da euro 516 a euro 10.329.
La pena è aumentata quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi dell’articolo 628, terzo comma, di estorsione aggravata ai sensi dell´articolo 629, secondo comma, ovvero di furto aggravato ai sensi dell´articolo 625, primo comma, n. 7-bis). La pena è della reclusione da uno a quattro anni e della multa da euro 300 a euro 6.000. La pena è aumentata se il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale.
Se il fatto non è particolarmente grave, si applica la pena della reclusione sino a sei anni e della multa sino a euro 1.000 nel caso di denaro o cose provenienti da delitto e la pena della reclusione sino a tre anni e della multa sino a euro 800 nel caso di denaro o cose provenienti da contravvenzione.