Si è conclusa con un bilancio più che positivo l’edizione zero di “A tavola con i monaci”, manifestazione che ha arricchito il programma del Festival del Medioevo 2025 trasformando Gubbio in un luogo di incontro tra ricerca storica, tradizione monastica e cultura gastronomica.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione con l’Abbazia di Montevergine, ha rappresentato una novità assoluta, capace di unire il rigore della ricostruzione storica con l’esperienza sensoriale del gusto, offrendo al pubblico un viaggio unico attraverso i secoli.
Il cuore organizzativo dell’evento è stato Carla Maurano, esperta di conservazione, valorizzazione e gestione integrata del patrimonio e dei paesaggi culturali. La sua presenza ha garantito coerenza, qualità e passione.
Maurano ha moderato i seminari, coordinato le attività e curato ogni dettaglio, diventando il vero filo conduttore dell’intera manifestazione. La sua competenza ha permesso di tessere un dialogo profondo tra cultura, storia e gastronomia, coinvolgendo studiosi, cuochi, artigiani e pubblico.
“Un’iniziativa come questa dimostra come la valorizzazione del patrimonio passi anche attraverso la tavola – ha sottolineato Maurano – perché il cibo, nella sua dimensione storica, è specchio di identità, tradizioni e spiritualità”.
Entusiasta del successo dell’evento è stata anche l’assessore alla Cultura del Comune di Gubbio, Paola Salciarini, che ha espresso riconoscenza a tutti i soggetti coinvolti.
“Un evento di elevata qualità – ha dichiarato – che ha offerto spunti e riflessioni importanti, valorizzando la nostra tradizione e la nostra comunità. Questa prima edizione è frutto di un lavoro non indifferente, che ha visto la collaborazione di tanti: dagli uffici comunali, che hanno lavorato senza sosta e che ringrazio, ai Quartieri, con l’osteria e i bellissimi costumi, ai Balestrieri, ai Mestieri, alla Ludoteca, grazie alle cui attività San Pietro si è riempita di bambini e famiglie, e alla Scuola Cassata-Gattapone, che ha creduto nel progetto sin dall’inizio”.
L’assessore ha voluto ringraziare anche lo chef Santomauro, che ha guidato il pubblico in un viaggio sensoriale tra sapori e saperi del passato, e il Centro Sociale San Pietro, che ha offerto un supporto prezioso. “E naturalmente – ha aggiunto – un ringraziamento particolare va a Carla Maurano, che è stata il cuore dell’organizzazione e dell’anima di tutto l’evento”.
“A tavola con i monaci” ha permesso di riscoprire antiche ricette, usi e rituali legati alla cucina monastica, presentandoli al pubblico con un approccio scientifico ma al tempo stesso accessibile.
La gastronomia medievale, con la sua simbologia e la sua funzione sociale, è stata al centro di degustazioni, dimostrazioni culinarie e momenti di confronto che hanno unito ricercatori e curiosi. Lo chef Santomauro ha saputo reinterpretare antiche pietanze, restituendo un assaggio autentico di un tempo in cui la tavola era luogo di spiritualità e condivisione.
“Cucinare secondo la tradizione monastica non significa solo riproporre ricette antiche – ha spiegato lo chef – ma ricreare un contesto di valori, di rispetto della natura e di sobrietà che ancora oggi può insegnarci molto”.
La scelta della chiesa di San Pietro come luogo principale dell’iniziativa si è rivelata vincente. Non solo per la bellezza architettonica e il valore storico, ma anche perché ha permesso di coinvolgere direttamente il quartiere circostante.
I Quartieri medievali hanno contribuito con i costumi e con l’allestimento delle osterie, i Balestrieri e i Mestieri hanno portato il fascino delle antiche arti, mentre la Ludoteca ha animato la piazza con attività dedicate ai più piccoli.
Il risultato è stato un evento che non si è limitato al gusto, ma che ha trasformato un intero angolo della città in un’esperienza immersiva, fatta di colori, profumi, suoni e incontri.
Il successo di “A tavola con i monaci” si inserisce nel quadro più ampio del Festival del Medioevo 2025, che ha chiuso la sua undicesima edizione con numeri da record: oltre 5.000 presenze in cinque giorni, una risposta entusiasta del pubblico e un riconoscimento unanime della critica.
Il Festival ha confermato la sua capacità di attrarre visitatori da tutta Italia e dall’estero, con un programma che ha intrecciato rigore scientifico, divulgazione popolare e innovazione culturale.
“L’ottima riuscita di questa undicesima edizione del Festival – ha dichiarato Salciarini – è stata favorita da una proposta culturale ampia e di alta qualità, capace di intrecciare storia, divulgazione e attualità. Diffondere il Festival in tutta la città, con tre sedi – Santo Spirito, San Domenico e San Pietro – si è rivelata una scelta vincente. È stata un’edizione che ha restituito entusiasmo, energia e partecipazione, rafforzando il legame tra Gubbio e il suo straordinario patrimonio culturale”.
L’edizione zero di “A tavola con i monaci” non rimarrà un episodio isolato: l’obiettivo dichiarato degli organizzatori è quello di consolidare l’esperienza e riproporla come appuntamento fisso, destinato a crescere nelle prossime edizioni del Festival del Medioevo.
Il legame con l’Abbazia di Montevergine e con altre realtà monastiche italiane apre inoltre prospettive di collaborazione più ampie, che potranno arricchire ulteriormente l’offerta culturale di Gubbio.
“Abbiamo gettato un seme – ha commentato Carla Maurano – e la risposta del pubblico ci dice che vale la pena coltivarlo. L’incontro tra cibo, storia e cultura è un terreno fertile che può offrire ancora molto”.
Il successo dell’iniziativa conferma ancora una volta la vocazione di Gubbio come città capace di coniugare la valorizzazione della memoria storica con proposte innovative.
Il Festival del Medioevo, giunto ormai alla sua undicesima edizione, rappresenta un modello di come si possano unire rigore scientifico, partecipazione popolare e promozione turistica. L’inserimento di eventi collaterali come “A tavola coi monaci” amplia ulteriormente il ventaglio delle esperienze, coinvolgendo nuovi pubblici e rafforzando il legame con il territorio.
“A tavola con i monaci” ha conquistato il pubblico con la sua capacità di unire cultura, storia e gastronomia in un unico grande affresco. Un’esperienza che ha saputo emozionare, incuriosire e far riflettere, aprendo nuove prospettive per il futuro del Festival del Medioevo e per la città di Gubbio.
Con oltre 5.000 presenze complessive, l’edizione 2025 del Festival si chiude con un bilancio entusiasmante, confermando Gubbio come uno dei poli culturali più vivaci dell’Umbria.
“L’appuntamento è già fissato – ha ricordato in chiusura l’ideatore del Festival, Federico Fioravanti – ci rivediamo a Gubbio a settembre 2026, pronti a vivere una nuova edizione all’altezza delle aspettative”.