17 Sep, 2025 - 18:00

60 under 30, le giovani promesse della politica italiana: la lettera di Carlotta Colaiacovo sull’impegno dei ragazzi

60 under 30, le giovani promesse della politica italiana: la lettera di Carlotta Colaiacovo sull’impegno dei ragazzi

“Le trincee esistono ancora, ma sono vuote. O peggio, invisibili.” Con queste parole, Carlotta Colaiacovo, Assessore allo sport e alle politiche giovanili di Gubbio, sintetizza nella sua lettera pubblicata da L’Espresso la condizione della sua generazione.

Classe 1996, Colaiacovo è una delle figure emergenti del centrodestra umbro, segretaria provinciale dei Giovani di Forza Italia e responsabile del dipartimento Sport di FI Umbria. Alle comunali del 2024 è stata la candidata più votata del centrodestra e la terza in assoluto, a conferma di una popolarità in costante crescita.

La sua riflessione arriva in un momento storico in cui la partecipazione giovanile alla vita pubblica è messa in discussione. L’astensionismo giovanile è in aumento e molte indagini sociologiche parlano di una generazione disillusa, ma Colaiacovo prova a ribaltare la narrazione.

“Ricostruire un senso di appartenenza collettiva”

La lettera parte da una constatazione amara: “Sentiamo spesso dire che i giovani di oggi non sono più quelli di una volta. Quelli delle trincee, delle rivoluzioni che hanno cambiato la storia. I giovani di un tempo affrontavano la vita come una battaglia condivisa.

La giovane assessore individua nel ritiro sociale e nella disillusione le sfide principali di oggi: “Oggi, più che proteste in piazza, vediamo ritiri sociali, disillusione, sofferenze interiori. Le trincee esistono ancora, ma sono vuote. O peggio, invisibili.”

Per Colaiacovo, il punto di partenza non è tanto la militanza politica, quanto la ricostruzione del senso di comunità: “Credo sia essenziale ricostruire, prima della partecipazione politica, un senso di appartenenza collettiva. Una comunità reale, fatta di volti, ascolto, confronto.”

Partecipazione come scelta di vita

Un passaggio chiave della lettera riguarda il significato stesso di partecipazione: Partecipare alla politica non significa solo entrare in un partito o votare. Significa credere di poter contribuire a un futuro comune. Alla fine, ciò che conta è poter dire: ‘io ho contribuito, è questo il futuro per cui ho lottato’.”

Colaiacovo invita i coetanei a non restare spettatori, ma a diventare attori del cambiamento. La sua è una chiamata alla responsabilità: solo se i giovani porteranno avanti le proprie istanze, queste potranno entrare nell’agenda politica.

Le istanze dei giovani: lavoro, ambiente, salute mentale

Sebbene la lettera non elenchi un programma politico dettagliato, emerge con chiarezza il quadro delle priorità:

  • Spazi di ascolto e confronto, per combattere l’isolamento sociale.

  • Lavoro dignitoso, per costruire autonomia economica e progettualità di vita.

  • Ambiente e sostenibilità, temi che secondo i sondaggi sono tra i più sentiti dai nativi digitali.

  • Salute mentale, questione che durante e dopo la pandemia è diventata emergenza nazionale.

L’assessore vede nella politica un luogo di dialogo e di costruzione, non un’arena di scontro sterile.

La battaglia di una generazione

Colaiacovo descrive il suo impegno come una vera missione:
“La mia battaglia è creare spazi per i giovani in cui sentirsi visti, in cui il dialogo sia una pratica viva e costante, senza giudizio. Solo così possiamo far nascere la possibilità concreta di incidere sul presente.

Il riferimento è ai progetti che, come assessore, sta portando avanti a Gubbio: politiche per lo sport di base, sostegno ad associazioni giovanili, eventi culturali che favoriscano l’incontro.

Dalla piazza ai social: nuove forme di militanza

Un altro punto interessante della lettera è l’analisi dei luoghi della partecipazione. Le piazze, un tempo cuore delle mobilitazioni, oggi sono sostituite spesso da piattaforme digitali. Ma, avverte Colaiacovo, il rischio è l’isolamento: “La mia generazione vive battaglie di altro tipo. Spesso silenziose. Intime. Combattute in solitudine, nei meandri della mente o nei luoghi sociali virtuali dove il confronto è raro e il senso di comunità si smarrisce.”

L’appello è quindi a ritrovare spazi fisici di incontro, dove il dialogo sia reale e dove la politica torni a essere percepita come servizio.

Una giovane donna in politica: esempio e responsabilità

Il profilo di Colaiacovo è quello di una giovane amministratrice che rappresenta un modello di leadership femminile per la sua generazione. In un contesto dove la rappresentanza femminile è ancora inferiore alla parità, il suo ruolo diventa un esempio di partecipazione attiva.

La sua elezione con un ampio consenso dimostra che i giovani, se motivati e credibili, possono raccogliere fiducia anche da un elettorato più adulto.

Il quadro nazionale: generazione under 30 in politica

Secondo i dati di Openpolis, la presenza degli under 30 nei consigli comunali italiani è ancora minoritaria, ma in crescita. Fenomeni come il voto ai 16enni per le elezioni europee, sperimentato in altri Paesi europei, stanno aprendo il dibattito su come allargare la partecipazione.

In questo scenario, figure come Colaiacovo assumono un valore simbolico: dimostrano che i giovani non sono disinteressati, ma che hanno bisogno di essere coinvolti in modo autentico.

La lettera si chiude con una riflessione che suona come manifesto:
“Il futuro ci riguarda e senza la nostra voce, non parlerà mai davvero di noi.”

Un messaggio che riecheggia come un invito a non delegare, a non restare indifferenti, a non lasciare che altri decidano.

Un appello oltre i confini di Gubbio

L’intervento di Carlotta Colaiacovo va oltre la cronaca locale e diventa un contributo al dibattito nazionale. In un momento in cui la politica sembra faticare a parlare ai giovani, la lettera offre una chiave di lettura: la partecipazione nasce quando ci si sente parte di una comunità.

La sfida è quindi duplice: ricostruire il tessuto sociale e allo stesso tempo dare ai ragazzi strumenti per incidere davvero sulle decisioni collettive.

Se il futuro deve parlare di loro, è necessario che siano loro a scriverlo, insieme.

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Mario Farneti
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